
Varazioni enigmatiche. Variazioni di una melodia, di un amore, di un ricordo, un’idea o un modo di vivere. Variazioni enigmatiche come “Enigma variations”, l’opera sinfonica del compositore inglese Edward Elgar, da cui la pièce teatrale prende spunto.
La scena è scarna: soltanto un paio di sgabelli, qualche mobiletto, un giradischi e dei libri; la struttura del dramma, per quanto sia formalmente solo un dialogo, è molto articolata, e per nulla monotona.
Le luci sono fredde come il carattere apparente del famoso scrittore, soltanto una musica fa per breve tempo da sottofondo al dialogo tra i protagonisti: la melodia indecifrabile, quella che, come ricorda uno degli attori, “non si riesce ad individuare… una melodia molto nota, ma che nessuno è mai riuscito a riconoscere. Una melodia nascosta, che si accenna e poi sparisce. Una melodia che si può solo sognare, enigmatica, inafferrabile…”.
La trama si dischiude pian piano come i petali di una rosa, presentando una serie di “variazioni” della realtà, l’una diversa all’altra, “enigmatiche” perché lo spettatore non saprà mai qual è quella vera, forse nemmeno alla fine del dramma, perché tutto è relativo e il comportamento straniante degli attori ci fa capire che esistono tante sfaccettature della realtà, non solo tante quanti sono i personaggi, ma tante quante sono le varianti di ciascun personaggio.
Un giornalista della Gazzetta di Nobrovsnik, Erik Larsen, giunge a Rosvannoy, un’isola situata sul mare della Norvegia, per intervistare il premio Nobel per la letteratura Abel Znorko. Lo scrittore però inspiegabilmente lo riceve sparandogli due colpi di pistola, rischiando di ferirlo. Dopo il primo traumatico impatto, ha inizio l’intervista che si concentra sul ventunesimo libro di Znorko, “L’amore inconfessato”, un epistolario tra un uomo e una donna che, pur amandosi, decidono di viversi solo attraverso la corrispondenza amorosa. Il colloquio tra Znorko e Larsen procede serrato e con continui colpi di scena; si scopre che la donna della corrispondenza è una certa Helene Metternach, concittadina di Larsen, la cui assenza/presenza inciderà profondamente sulla vita dei due uomini.
Helene è un personaggio assente sulla scena, ma ben presente tramite il ricordo degli attori. Figura ricoperta di un alone di mistero, è in effetti il fulcro della vicenda. Senza di lei il dramma non esisterebbe.
La vicenda assume una piega inaspettata, un mistero si cela dietro l’incontro dei due protagonisti, che gradualmente si rivelano, mostrando le loro reali intenzioni. Che cosa nascondono?
L’avvincente testo di Eric – Emmanuel Schmitt cattura lo spettatore, al quale non è concessa distrazione, ogni dettaglio può essere un particolare utile a risolvere “l’enigma” che si cela dietro questa storia, che ritrova una sua circolarità proprio nella scrittura: il rifugio di Abel, in passato così come in futuro. Ognuno tornerà alla propria vita, reale o inventata che sia.
“VARIAZIONI ENIGMATICHE”DI ERIC-EMMANUEL SCHMITTCON GIANNI CAPUTO E MARIO TROISESCENE SISSI FARINA – COSTUMI ANNA VERDE – FOTO TIZIANA MASTROPASQUA – COMUNICAZIONE GABRIELLA GALBIATI – VIDEO FABIANA FAZIOREGIA ANIELLO MALLARDOPRODUZIONE TEATRO IN FABULA
20 – 23 novembreTeatro Sala Ferrariin via Marino e Cotronei n. 6D, Napoli – nei pressi della tangenziale Arenellabiglietto in prevendita: euro 10 (al botteghino euro 12)Per info: 338 707 2611 – quintobassetti@virgilio.it