
L’attore napoletano Gianfranco Gallo, a distanza di 21 dalla prima stesura, ha portato nuovamente in scena la commedia musicale “Un vizietto napoletano”. Quest’ultima va in scena al Teatro Augusteo di Napoli, da martedì 25 a domenica 30 gennaio. L’opera teatrale è liberamente ispirata a “La cage aux folles”, il testo di Jean Poiret dal quale fu tratto nel 1978 il famoso film “Il vizietto” con Ugo Tognazzi per la regia di Eduardo Molinaro.

La commedia è ambientata negli anni Settanta, periodo in cui c’erano tantissimi pregiudizi verso il movimento LGBT. Anche se c’è da dire che questi pregiudizi persistono ancora tutt’oggi. Infatti, proprio per questo motivo “Un vizietto napoletano” di Gianfranco Gallo continua ad essere uno spettacolo di grande attualità e riflessione.
Un vizietto napoletano: una critica a chi non accetta la diversità
L’obiettivo di quest’opera teatrale non è quello di evidenziare l’omosessualità, ma rendere ridicoli i personaggi che non accettano “la diversità”. Gallo ha offerto al pubblico una visione particolare del mondo dei trans, cioè che queste persone non sono solo parrucche e lustrini, ma hanno una diversità tutta loro che alla fine risulta essere più normale di quella che viene considerata comunemente come normalità.

Un vizietto napoletano è l’esempio perfetto di come bisogna approcciarsi al mondo dei travestiti. Infatti, questi ultimi in quest’opera vengono rappresentati senza nessuna volgarità e con il massimo rispetto. Grazie a ciò, lo spettacolo è da gustare tutto d’un fiato, in quanto viene presentato con il giusto humor e una leggera comicità che allo stesso tempo fa riflettere.
Gianfranco Gallo ha interpretato alla perfezione sia il ruolo di Butterfly che quello di un padre
Il protagonista Gianfranco Gallo ha dimostrato per tutta la durata dello spettacolo di non essere mai banale, ne tantomeno ripetitivo. Infatti, l’attore è riuscito ad interpretare in maniera molto seria, ciò che di solito non è visto seriamente. Inoltre, Gallo con estrema disinvoltura ha svolto sia il ruolo di Butterfly che quello di un padre. L’artista napoletano per tutta la durata dello spettacolo, ha cantato e ballato con estrema naturalezza e ha reso il tutto più piacevole.
Poi, accanto a Gallo, nel ruolo del suo amante si è calato Gianni Parisi. Quest’ultimo non si è mai scomposto ed è riuscito a dare il giusto equilibro allo spettacolo. Invece, l’ironia pura è stata interpretata senza ombra di dubbio da Salvatore Misticone. Infatti, ad ogni suo cenno partiva una risata quasi automatica da parte del pubblico in sala.

Invece, le “Bananine” Pollicina, Gilda e Coccinella sono rispettivamente interpretate da Nando Romano, Raffaele Parisi e Giosiano Felago. Questi ultimi hanno svolto il loro ruolo con una naturalezza disarmante e hanno fatto vivere agli spettatori alcuni dei momenti più divertenti dello spettacolo. Anche Gianluca Di Gennaro ha interpretato alla grande il suo ruolo, cioè quello di un uomo misterioso che all’inizio ha dovuto nascondere la propria natura. Questo suo mistero si è poi trasformato in sofferente ilarità durante il corso dello spettacolo.
Infine, la giusta importanza va data anche a Lisa Imperatore che ha interpretato Grazia la figlia di Butterfly e a Gianluigi Esposito e Stefania Aluzzi che hanno messo in scena quei classici personaggi che rispecchiano i temi principali che a distanza di anni dalla prima edizione, risultano sempre più attuali.