
“Noi non siamo semplicemente preti anti clan, siamo qui per chiedere innanzitutto giustizia sociale. Napoli non può continuare così: è una città spaccata in due. Questa ferita deve risanarsi. Dobbiamo sentirci tutti solidali”. Inizia con le parole di padre Alex Zanotelli il corteo partito dopo le 10.30 da Piazza Dante ed aperto dallo striscione”.
Un popolo in cammino per la giustizia sociale contro la camorra”. Circa duemila i manifestanti. Parroci, studenti, realtà istituzionali, associazioni contro la violenza,aderenti a centri sociali hanno marciato per le vie del centro di Napoli uniti per dire “No alla camorra”. In testa al corteo, insieme ai parroci dei quartieri “difficili” di Napoli, tra cui padre Antonio Loffredo parroco di Santa Maria alla Sanità, anche il sindaco Luigi De Magistris, l’assessore Alessandra Clemente e l’Imam Abdullah Cozzolino. Presenti anche il padre e gli amici di Genny Cesarano, il ragazzo di 17 anni ucciso nel quartiere Sanità lo scorso 6 settembre in un agguato, la madre di Ciro Esposito, Antonella Leardi, ucciso in seguito agli scontri della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina del 2014, senza dimenticare Giovanni Catenna, il 29enne ferito in piazza Sanità il 14 novembre 2015 per errore in un agguato di camorra. Non mancano, tuttavia, le polemiche. “Il governo non fa nulla, ci mette solo in difficoltà. Il futuro lo costruiamo da soli ed è nelle nostre mani. Se qualcuno pensa che la capitale morale del Paese sia altrove dico che Napoli sta scrivendo pagine serie: lottare contro la camorra non significa fare chiacchiere. Noi lo facciamo con i fatti”. Sono le parole del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Obiettivo del corteo è raggiungere la Prefettura partenopea, con la consegna al Prefetto Gerarda Pantalone del documento stilato nelle ultime settimane dai parroci, in cui si chiede maggiore sicurezza,necessità di apertura a tempo pieno delle scuole,soprattutto nei quartieri difficili, oltre che giustizia sociale.
Servizio di Simone Menna.
Fotografie di Claudio Menna.