
Da poche ore ci ha lasciati l’illustre maestro: critico e scrittore, professore, ricercatore, Umberto Eco. Seppure alla veneranda età di 84 anni, Eco acciglia il web, la rete che tanto odiava per aver dato fiato alle bocche di troppi imbecilli, lo rende commemora con rispetto e devozione. La cultura italiana oggi è un po’ intontita, mutilata, oggi più triste e taciturna. Fioccano i commenti, gli status, le commemorazioni a tratti un po’ sviolinate. Chi già conosce e chi lo farà da questo momento in poi: il maestro che ha rivoluzionato la semiologia, inventato il best-seller per intellettuali, e spiegato cosa significato scrivere una tesi di laurea, accrescendo il senso di un romanzo, in Eco come sempre un saggio da analizzare e discutere. Per oggi non basta dire che ci mancherà la sua espressione burbera e la sua voce sferzante, i suoi occhi seri che indagavano sulla realtà. Non basta, sembra quasi riduttivo, affidarsi alle solite frasi più belle selezionate tra i suoi numerosi scritti. Noi di Linkazzato lo vogliamo ricordare nel modo più semplice, autentico e vero, parlando di suoi libri alcuni tra i quali di cui solo in pochi – appassionati, docenti universitari e accademici – conoscono l’esistenza. Per rendere “immortale” la sua voce, ripensiamo alle opere che oggi rendono lustro alla nostra cultura semiotica, letteraria e culturale grazie ai suoi contributi.
- Il primo testo da ricordare è quello che uscirà proprio il prossimo 27 febbraio, con anticipazione clamorosa, dato che era prevista la sua uscita nelle librerie per maggio 2016. Stiamo parlando di Pape Satàn Aleppe. Il libro (La nave di Teseo) è una raccolta de le “bustine di Minerva”, ovvero i contributi di Umberto Eco per L’Espresso. Nel libro emerge chiaramente il no perentorio e polemico di Eco in merito alla questione dell’annientamento della Rizzoli da parte di Mondadori. Il titolo del volume Pape Satàn Aleppe vuole richiamare la citazione dantesca, da tutti nota per la sua mancanza di significato un nonsense. E’ chiaro quindi che Eco l’abbia scelta per indicare lo status confusionale e promiscuo di una società liquida, caotica, scevra di senso.
- Un altro testo che ricordiamo è Sei passeggiate nei boschi narrativi (Bompiani) nel quale sono riunite le conferenze tenute da Eco all’Università di Harvard (1992-93)con centralità del bosco come luogo narrativo e figurato, passando con disinvoltura da Omero a Cappuccetto Rosso a Nerval. “Ma passeggiare in un mondo narrativo ha la stessa funzione che riveste il gioco per un bambino. (…) Leggendo romanzi sfuggiamo all’angoscia che ci coglie quando cerchiamo di dire qualcosa di vero sul mondo reale.”
- Ultimo ma non in ordine di importanza uno dei capolavori di Eco, Il pendolo di Foucault. Un’opera immensa che solo pochi riescono ad apprezzare e conoscono. Intitolato così in onore di Jean Bernard Foucault, noto fisico che dimostrò – grazie appunto al famoso Pendolo – la rotazione terrestre grazie alla forza di Coriolis. Il romanzo ha al suo centro la storia di un uomo, dapprima giovane studente a Milano poi professionista nell’editoria è la voce narrante. Il protagonista trova la sua ragione di esistere nel mito dei Templari, dal quale mito il lettore è condotto negli anfratti, nelle zone più oscure della nostra (in)civiltà occidentale.