
Chiunque faccia un giro per il centro storico di Napoli di questi tempi, si accorgerà che molti palazzi storici sono transennati. Dopo la Galleria Umberto, i cui calcinacci sono stati causa della morte del giovane Salvatore Giordano lo scorso 9 luglio, è stata la volta del SanCarlo, del Palazzo Reale, di Palazzo Zapata, e infine della Galleria Principe, che dal 10 luglio, fino a data da destinarsi, è chiusa al pubblico, e nello specifico potrà essere riaperta soltanto quando si troveranno le transenne da sistemare nei punti più pericolosi. Al momento, infatti, le transenne sono tutte occupate, e per questo motivo alla città è stato spesso attribuito dai media l’appellativo di “Transennapoli”.
Davvero un peccato che i suoi abitanti e i turisti non possano godere a pieno dei palazzi storici e dei monumenti, e in particolare di quelli nel centro, dove si sono concentrati gli atti di “messa in sicurezza” da parte delle istituzioni. Ma chi è responsabile del crollo dei calcinacci e di eventuali danni a terzi, relativamente ai palazzi storici? Spesso si fa l’errore di scagliarsi contro l’istituzione che, per logica o per abitudine, si è portati a considerare colpevole delle mancanze della città.
Sul sito del MIBAC possiamo trovare “i proprietari” di tutti i siti di interesse culturale, e quindi scoprire da quale ente vengono gestiti. Non tutti gli edifici appartengono al Comune, anzi, in realtà solo una piccola parte: il Palazzo Reale di Napoli, ad esempio è gestito dall’ente MIBAC.
Ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs.n.42 / 2004 e dell’ art. n° 8, 20 co. 4 lett. c), h),o) ,p) del D.p.r. 173/ 2004 leggiamo che:
“La Soprintendenza esercita attività di tutela e conservazione dei beni di interesse architettonico e paesaggistico (…) La tutela dei beni culturali concerne due tipologie di beni: i beni di proprietà privata, dichiarati di interesse culturale ai sensi dell’art.13 del D.Lgs.n.42 /2004, e i beni ultracinquantennali appartenenti a soggetti pubblici, enti ecclesiastici e soggetti privati privi di scopo di lucro ai sensi dell’art.12 del D.Lgs.n.42 /2004. Per la prima tipologia di beni la tutela presuppone quindi un provvedimento espresso di riconoscimento dell’interesse culturale, la cui istruttoria inizia presso la Soprintendenza e si conclude ad opera della Direzione Regionale per i beni culturali paesaggistici. Per la seconda categoria dei beni la necessità di tutela deriva direttamente dall’art.10-12 Codice dei Beni Culturali.
La Soprintendenza svolge compiti di salvaguardia e di tutela, attraverso la gestione dei provvedimenti di tutela dell’interesse culturale ( i cosiddetti ”vincoli”) cioè attraverso l’esercizio del potere autorizzatorio ai sensi dell’art. 21-22 e seguenti del codice dei beni culturali in relazione a progetti di interventi coinvolgenti in tutto o in parte beni culturali architettonici. I detentori di beni culturali di interesse architettonico dovranno quindi presentare idonea domanda di autorizzazione alla Soprintendenza in caso di lavori edilizi, restauri di beni culturali o per qualsiasi intervento di modifica degli stessi. La Soprintendenza detiene la competenza di istruttoria in caso di nuove domande per la dichiarazione di interesse culturale di beni immobili. Essa inoltre esegue la progettazione e la direzione dei lavori di restauro sostenuti da finanziamenti ministeriali e da finanziamenti di privati”. Quindi è il MIBAC ad essere responsabile per i lavori di restauro per i palazzi di sua proprietà. La gestione dei beni paesaggistici e culturali in Campania, così come nel resto dell’Italia, è molto differenziata; per molti aspetti questo si rivela essere un bene, perché i ruoli e le competenze dovrebbero essere abbastanza delimitate; d’altro canto, però, è anche vero che risulta più difficile informarsi sulla reale situazione e sulle reali responsabilità. E l’ignoranza, si sa, è molto facile da governare! A volte carenze di alcune istitituzioni e tragedie come quella di Salvatore Giordano vengono utilizzate in politica per indirizzare l’opinione pubblica verso un partito o l’altro, e niente, in questi casi, è più efficace del passaparola. Sulle transenne c’è sempre un cartello, che sta ad indicare quale ente le ha messe lì. Meglio andare a controllare prima di giudicare, così sappiamo con chi prendercela!