

Una tragedia. Solo una fatale tragedia quella avvenuta ieri al Politecnico della Federico II di Piazzale Tecchio a Fuorigrotta. Subito dopo aver sostenuto il suo primo esame, Analisi Matematica, con la Professoressa Teresa Radici nell’aula A, il giovane studente (20 anni il prossimo febbraio) Gaetano Piccirillo – originario di Maddaloni ma residente a Caserta – si è accasciato al suolo, stroncato probabilmente da un arresto cardiaco o da un aneurisma.[divider]Nonostante , come afferma il preside della Facoltà di Ingegneria Prof. Piero Salatino, i soccorsi del 118 siano arrivati tempestivamente, i sanitari hanno potuto solo constatare che il ragazzo era già morto.[divider]Il padre del ragazzo, il sottoufficiale della Guardia di Finanza Sig. Giovanni Piccirillo, era presente all’Università in un’aula adiacente. Gaetano, figlio unico, era l’orgoglio della famiglia Piccirillo proprio per il sogno da subito dichiarato di diventare ingegnere ed i genitori lo sostenevano e lo seguivano in questo inizio di carriera universitaria. Il padre probabilmente per fugare ogni dubbio ha subito affermato che il figlio soffriva di problemi cardiaci.[divider]A sottolineare il carattere di fatalità della vicenda è il Preside Salatino, il quale smentisce anche le voci di una bocciatura dicendo che “il ragazzo si è accasciato ed è morto sul colpo. Non c’è stato nessun ritardo nei soccorsi che sono arrivati sul posto con tempestività, ma inutilmente perché era già deceduto” .
Discordanti invece le voci di corridoio da parte degli studenti presenti all’appello. Alcuni dicono infatti che l’ambulanza è arrivata con circa 30 minuti di ritardo probabilmente perché è stata sottovalutata la gravità dell’accaduto mentre altri testimoniano che solo dopo che i professori hanno deciso di rimandare lo studente a Febbraio sia avvenuto lo svenimento/arresto.
Qualunque sia stata la reale tempistica degli eventi – su cui sta indagando la polizia – è da notare però la mancanza di defibrillatori in un luogo pubblico quale l’Università, così frequentato da giovani.
Il Preside Salatino chiarisce che non c’è alcun vincolo per l’Università di dotarsi di tali strumentazioni ma che è in ogni caso un’ipotesi da tenere in considerazione.
Discordanti invece le voci di corridoio da parte degli studenti presenti all’appello. Alcuni dicono infatti che l’ambulanza è arrivata con circa 30 minuti di ritardo probabilmente perché è stata sottovalutata la gravità dell’accaduto mentre altri testimoniano che solo dopo che i professori hanno deciso di rimandare lo studente a Febbraio sia avvenuto lo svenimento/arresto.
Qualunque sia stata la reale tempistica degli eventi – su cui sta indagando la polizia – è da notare però la mancanza di defibrillatori in un luogo pubblico quale l’Università, così frequentato da giovani.
Il Preside Salatino chiarisce che non c’è alcun vincolo per l’Università di dotarsi di tali strumentazioni ma che è in ogni caso un’ipotesi da tenere in considerazione.
Emanuela Nicoloro