
Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale Usa, ha da poco terminato un breve colloquio con il presidente del Consiglio Mario Draghi. L’incontro avvenuto a Palazzo Chigi è durato meno di un’ora ed ha avuto come tema centrale la guerra in Ucraina.
Nella giornata di ieri lo stesso Sullivan aveva incontrato il direttore della Commissione affari esteri cinese Yang Jiechi. Il faccia a faccia è durato circa 8 ore ed ha avuto l’intento di far sbilanciare la Cina sul conflitto in modo da esercitare la sua influenza sulla Russia.
Yang ha spiegato che bisogna trovare l’origine della crisi in Ucraina, proteggere i civili ed evitare una crisi umanitaria.
La Russia aveva richiesto assistenza militare, inclusi droni, ed economica alla Cina. Pechino “è profondamente preoccupata e addolorata per la situazione in Ucraina”, ha commentato l’ambasciata cinese a Washington. Il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington Liu Pengyu, ha precisato di non aver mai sentito parlare della richiesta di aiuto militare.
La vicenda delle forniture militari alla Russia da parte della Cina era già emersa subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca. “Essendo un grande e potente Paese, la Russia non ha bisogno delle nostre armi”, aveva ribadito la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying nel briefing del 24 febbraio a una domanda sulla possibile assistenza passata o futura di armi a favore del Cremlino.