
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che segna la fine dei cosiddetti “diplomifici“, ossia quelle scuole superiori che permettono agli studenti di recuperare più anni scolastici, come nelle migliori offerte dei Supermercati, 2×1, 3×1 e addirittura 4 x 1. Come annunciato dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, questa norma sarà attiva dall’anno scolastico 2025/2026 e fa parte delle misure previste dal PNRR nel campo dell’istruzione. La riforma include anche un aggiornamento per l’istruzione tecnica. Valditara intende garantire standard più elevati nell’educazione, eliminando percorsi facilitati e valorizzando il diploma.
Il decreto introduce un controllo obbligatorio per chi desidera completare due anni in uno: sarà necessaria l’approvazione di una commissione guidata da un insegnante esterno. Inoltre, stabilisce l’obbligo del registro elettronico e limita l’apertura di nuove classi terminali nelle scuole paritarie, garantendo un ciclo di studi ben definito. In pratica gli Uffici scolastici regionali possano autorizzare una scuola paritaria ad attivare solo una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi già funzionante nella medesima scuola. La richiesta di autorizzazione dovrà pervenire entro il 31 luglio precedente all’inizio dell’anno scolastico di riferimento. Inoltre gli esami di idoneità possono essere sostenute al massimo per i due anni di corso successivi a quello per il quale lo studente ha conseguito l’ammissione per effetto di scrutinio finale. Si precisa inoltre l’obbligo per tutte le istituzioni scolastiche Considerando l’urgenza della questione, è già in corso la discussione di un disegno di legge sul tema.
Un’indagine svolta nel 2024 in 70 scuole paritarie ha messo in luce gravi irregolarità, tra cui mancanza di strutture adeguate, assenza di laboratori e professori non abilitati. A seguito delle ispezioni, le revoche della parità scolastica disposte dal MIM sono state 197 nel 2023/25 e 210 in questo anno scolastico. Nonostante ciò, il governo Meloni ha deciso di stanziare 750 milioni di euro per sostenere le scuole paritarie, aumentando i fondi rispetto agli anni precedenti, con l’obiettivo di offrire una formazione di qualità a tutti gli studenti. Tuttavia, il sindacato Uil Scuola ha criticato queste scelte, chiedendo maggiori risorse per le scuole statali e la stabilizzazione degli insegnanti precari.
Per quanto attiene l’Università Infine, il decreto modifica l’accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, abolendo il test d’ingresso, sostituendolo con un semestre introduttivo. Durante questo periodo, gli studenti seguono corsi di base e solo i più meritevoli potranno proseguire il percorso di studi. Per far fronte alla carenza di medici, il governo intende incrementare gradualmente i posti disponibili nei corsi di Medicina.
Di questa lotta ai diplomi facili se ne parla sempre a ridosso degli Esami di Maturità e poi si rinvia sempre all’anno successivo, in questo modo le strette ai diplomifici sembrano essere molto simili alle strette nel catch: solo scena.