
Durante una preghiera in una moschea nella città di Christchurch della Nuova Zelanda è entrato in azione un commando di terroristi composto da quattro persone guidate da un ventottenne australiano, Brenton Tarrant. Sono state assassinate 41 persone, mentre altre otto sono morte in una seconda moschea. Brenton Tarrant e i suoi hanno trasmesso live su Facebook il massacro.
Nella moschea di Al Noor, dove c’erano almeno 300 persone raccolte nella preghiera del venerdì, i killer hanno prima attaccato la sezione maschile e poi si sono spostati nella sala preghiere femminile.
Poco dopo il secondo assalto alla moschea di Masjid nel sobborgo di Linwood. La dinamica del secondo attacco non è ancora chiara.
A sparare sarebbe stato un commando formato da 3 uomini e una donna, che la polizia è successivamente riuscita a fermare.

La polizia intervenuta tempestivamente ha messo subito in sicurezza i luoghi degli attentati, assicurando alla giustizia i principali artefici. Però gli investigatori temono che ci siano altri complici, parte di una rete molto più larga.
“Il ritrovamento di esplosivi” ha detto il commissario di polizia neozelandese, Mike Bush, durante la prima concitata conferenza stampa “sottolinea la serietà dell’attacco”. Tanto più che nelle stesse ore il centro della città era pieno di giovani diretti alla locale manifestazione per il clima degli studenti, che per ragioni di sicurezza è stata poi cancellata. Fra gli scampati ci sono anche gli atleti della nazionale di cricket del Bangladesh che stavano aspettando dei compagni di squadra in ritardo in un parco, proprio per recarsi alla preghiera nella moschee sotto attacco. Sono riusciti a fuggire tutti illesi: ma il match di sabato con la nazionale neozelandese è stato comunque cancellato.
Non sembrano esserci dubbi sul fatto che matrice dell’attacco è il razzismo anti islamico.
La premier della Nuova Zelanda Jacinta Arden ha subito affermato in diretta televisiva: “E’ uno dei giorni più bui della Nuova Zelanda. Siamo davanti a un atto di violenza senza precedenti”.