

Negli ultimi anni la città di Napoli, è stata la meta lambita da molti turisti nazionali ed internazionali; il centro storico con il suo dedalo di vie, vicoli e vicoletti è stato il cuore pulsante di itinerari turisitici e di passeggiate culturali.
Tra i periodi di punta per visitare la città, oltre che quello primaverile ed estivo, troviamo il periodo che va dalla festa di Tutti i Santi fino all’Epifania (1 novembre – 6 gennaio), periodo dove gli amanti e non dell’arte presepiale degli artigiani di San Gregorio Armeno venivano in visita a Napoli.
Quest’anno, a causa della pandemia e delle restrizioni atte a prevenire la diffusione del Covid-19, le serrande delle botteghe artigiane di San Gregorio sono abbassate; è un’immagine surreale di una Napoli che non siamo abituati a vedere.
Negli anni siamo stati abituati a vedere una fiumana di persone e turisti affollare non solo San Gregorio Armeno ma anche tutto il centro storico e le immagini rimbalzavano dai quotidiani ai tg passando per le testate giornalistiche online.
La categoria degli artigiani, è stata esclusa da qualsiasi bonus, sgravio fiscale o contributo previsto dall’ultimo Decreto Ristori.
Con il turismo completamente fermo, i centri storici di molte città italiane sono vuoti, ma portandoci alla realtà di San Gregorio Armeno, la situazione è più grave in quanto non solo le 38 botteghe risentono della crisi economica derivante dall’attuale emergenza sanitaria ma anche tutte le attività commerciali come ad esempio bar, pasticcerie e pizzerie che fanno rifocillare il turista che viene a visitare la via dei presepi senza dimenticarci le numerose strutture ricettive.
Noi ci auguriamo che questo momento difficile termini nel minor tempo possibile e poter rivedere la magia delle abili mani degli artigiani di San Gregorio Armeno.