
Riprende il campionato di serie B dopo il (quasi) mese di pausa. Pausa buona per mettere carburante nei garretti dei calciatori e per scambiarsi plusvalenze fra le società. Quindi molte squadre rinnovate nei giocatori e qualcuna nella guida tecnica. Le compagini campane in lizza, Avellino e Juve Stabia, dopo il girone di andata terminato in posizioni di classifica tali da inseguire obiettivi giocoforza diversi, play off per i lupi e salvezza per le vespe, cominciano il “nuovo” campionato con risultati contraddittori rispetto a quelli che solitamente ne avevano caratterizzato l’andatura fino a dicembre, e cioè sconfitta per l’Avellino e vittoria per la Juve Stabia.[divider]L’Avellino di mastro Rastelli, a capo di una prestazione piuttosto scialba sul campo del Novara, incassa una sconfitta in rimonta, evitabilissima e per certi versi preoccupante. La Juve Stabia del sergente Pea invece, dopo una prova gagliarda e fortunata (e non si dice che la fortuna aiuta gli audaci?), vince in rimonta contro il blasonato e ambizioso Pescara ridando un minimo di corpo ai sogni di permanenza in categoria. Insomma, partite simili nelle congiunture tattico/astrali ma con ruoli diversi per le campane: a Novara il ruolo della squadra molle e un po’ cialtrona è tutto dell’Avellino, a Castellammare invece è il Pescara a recitare in maniera accademica e a cedere ai padroni di casa il ruolo del protagonista baldanzoso. Se è solo l’inizio di un nuovo film da qui a giugno, sarà il tempo a raccontarcelo…[divider]Sul campo del “Silvio Piola” di Novara si gioca una partita sostanzialmente brutta, povera di idee e di trame di gioco. L’Avellino ha la ventura di passare alla mezz’ora del primo tempo con un bel colpo beffardo del bulgaro Galabinov sui rimasugli di una punizione dalla trequarti, ma poi, piuttosto di liberare il contropiede per tentare il raddoppio, la compagnia dei verdi decide di difendersi e basta. Così il Novara di capitan Calori (certi personaggi restano capitani tutta la vita), fra l’altro ex allenatore dell’Avellino di passate stagioni disgraziate, prende coraggio e comincia ad avvicinarsi ripetutamente alla difesa ospite. In verità niente di entusiasmante per le poche migliaia di tifosi locali presenti, e niente di spaventoso per la compatta e generosa delegazione di tifosi ospiti; solo una reiterazione di possesso palla comunque sufficiente per acciuffare il pareggio al quarto d’ora della ripresa, quando il portiere dei lupi Terracciano si fa disorientare da un tiretto tisico e distante di Rigoni, l’uomo più dotato dei padroni di casa. Il pallone spedito da Rigoni non è “a effetto” e non sembra imprendibile, e infatti non lo è, ma il bel portierino lo vede solo all’ultimo baleno, dopo che ha superato la dozzina di gambe che gli annullano le capacità reattive, forse quando la sua traiettoria già lo ha superato. 1-1. Dopo il gol il Novara insiste ancora, ma non dà mai l’impressione di poter sfondare le linee ben trincerate dell’Avellino. L’Avellino a sua volta non vuole o non riesce a superare il centrocampo se non con lunghi lanci dei difensori facilmente fagocitati dai difensori della parte opposta. E così, fra attacchi stentati degli azzurro/Savoia e difesa efficace dei verde/smeraldo, si diffonde l’idea che il pareggio sia ormai scritto. Ma non per l’eretico Terracciano che, non pago della primi crisi mistica, si fa un’altra seduta di autoipnosi prima di una girata di sinistro bella ma velleitaria di Sansovini, vecchio (ma ancora buono) arnese della cadetteria. Il pallone va placidamente in rete nello stesso angolo del primo gol, ballonzolando sul terreno sintetico del Piola come a voler dimostrare la propria malavoglia di portare la vittoria ai piemontesi. Eppure Terracciano sviene rapito e i piemontesi si trovano davvero in vantaggio a quattro minuti dal termine. A questo punto servirebbe una controffensiva rabbiosa dei briganti d’Irpinia, ma la rabbia frustrata del biondissimo Decarli sbaglia sfogatoio e travolge le gambe di tale Manconi. Espulsione irrefutabile, Avellino in dieci, manfrine perditempo del Novara e buonanotte. Avellino ancora terzo in classifica e con la reputazione di sorpresa della stagione ancora intatta.[divider]
Al “Romeo Menti” di Castellammare la Juve Stabia affronta il Pescara. I locali, con i nuovi arrivi Benassi, Piccioni, Falco, Giandonato, Liviero e De Falco, all’inizio soffrono la maggiore caratura degli ospiti che comandano il gioco e vanno più vicini al vantaggio. E non a caso, a inizio ripresa, gli abruzzesi dello spasmodico Marino passano con un autogol di Ghiringhelli, difensore stabiese che, su un cross dalla destra di Politano, appoggia prepotentemente nella porta, nella sua porta, con un stoccata di panza…La truppa di Pea cerca di organizzare la reazione ma il Pescara, con il campo “aperto”, sembra andare sul velluto; tuttavia l’undici biancoazzurro, anche bello a vedersi allungare e stringere sul rettangolo, ha la (grave) colpa di non chiudere la contesa. Così la Juve Stabia, spinta dalla disperazione degli ultimi, nei minuti dal 65 all’85 minaccia seriamente almeno tre volte la porta pescarese colpendo anche un palo con Di Carmine. Fino al pareggio che arriva a cinque minuti dalla fine con Lanzaro che, forse in fuorigioco dentro una mischia, anticipa in spaccata il portiere avversario Berardi e regala ai suoi compagni la sfrontatezza necessaria per cercare la vittoria. E la vittoria sorprendente arriva nel recupero per un falletto in area di rigore del difensore Cosic sul solito Di Carmine. Un contatto reciproco, fortuito, uno di quelli che gli arbitri di adesso (purtroppo) fischiano il rigore…E Di Carmine lo trasforma. Vecchio Menti in allegra baldoria e di nuovo ansimante di speranza. Vittoria dello Stabia dopo otto sconfitte consecutive in casa. E già questa è una notizia.
Luigi Numis