
Sono in carcere da diversi giorni i 24 “secessionisti” veneti accusati dalla Procura di Brescia di associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.[divider]Anche se è da Brescia che da tre anni si indaga su queste affiliazioni a scopo secessionista, perchè le riunioni pare fossero fatte proprio in questa città lombarda, quasi tutti i cittadini coinvolti negli arresti e nelle perquisizioni sono veneti e vengono da tutte le provincie delle Regione del Nord Est: a Padova otto perquisizioni e tre arresti, a Rovigo tre arresti, a Vicenza e Verona nove arresti e otto perquisizioni e a Treviso due arresti.
Centro nevralgico pare essere il paesino di Casale di Scodosia dove sarebbe stato trovato il mezzo corazzato, ex trattore agricolo, attrezzato con un cannone di 12 millimetri, perfettamente funzionante con cui erano state eseguite anche prove di fuoco. L’uso di questo mezzo era previsto in Piazza San Marco a Venezia per un’azione eclatante. Molte le personalità di spicco coinvolte dagli ordini restrittivi e dalle indagini; tra questi Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta ed ex deputato, Roberto Bernardelli assessore a Milano poi parlamentare leghista, Lucio Chiavegato e Patrizia Badii rispettivamente Presidente e segretaria della Life – associazione degli imprenditori veneti – ed il direttore del quotidiano “L’Indipendenza” Gianluca Marchi. Queste e tutte le altre persone coinvolte si riunivano sotto le voci di “Alleanza tra i popoli”, “Veneto Serenissimo Governo” e “Veneta Serenissima Armata” : tutte associazioni evidentemente votate alla scissione della regione Veneto dall’Italia.
A seguito dei blitz il Procuratore di Brescia Tommaso Buonanno ha spiegato che «Il gruppo era stato fondato nel maggio del 2012 e riuniva esponenti di Brescia patria e del Movimento separatista Veneto stato. Il programma si rifaceva, prevedendo però anche metodi violenti, al gruppo della Serenissima, autore dell’ occupazione di piazza San Marco a Venezia. Tra gli indagati vi sono anche persone che parteciparono al blitz nel capoluogo veneto (….) Per quanto riguarda presunti legami con movimenti politici non vi sono elementi che evidenzino collegamenti fra queste persone e la Lega Nord». Anzi, per Buonanno «si tratta di persone che avevano avuto contrasti con la Lega Nord» perché ritenevano la linea Carroccio troppo morbida.[divider]A sostegno degli arrestati si è mossa compatta tutta la Lega Nord. A Verona in Piazza dei Signori tutta la direzione del Carroccio ha preso parola per difendere il diritto di parola e pensiero dei cosiddetti secessionisti e la volontà di farli uscire da galera, con le buone o le cattive maniere. «O gli indipendentisti arrestati mercoledì scorso saranno liberati o li libererà la Lega» queste le parole del segretario Matteo Salvini che continua «Liberi subito. Le galere sono fatte per i delinquenti e i mafiosi, non per i padri e le madri di famiglia. Gli investigatori non hanno trovato nemmeno una fionda e sfido chiunque a chiamare carro armato quella ruspa spara-supposte».
Sul palco a urlare contro la Procura bresciana ed i partiti di Roma ladrona anche Umberto Bossi, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ed il sindaco di Verona Flavio Tosi. Il Senatur Bossi dal palco ha tuonato, rimembrando vecchi slogan e con l’imperitura forza che lo contraddistingue che «Quelli che sono a Roma vanno arrestati (…) hanno paura del popolo per questo li mettono in carcere. Ma non riusciranno a fermarci: saranno travolti dal popolo padano. Non vogliono che il popolo veneto possa votare per la propria libertà: li hanno messi in carcere per quello. I fratelli veneti in carcere hanno risvegliato tutta la Padania, non solo il Veneto».
Come di consueto, i metodi e le parole utilizzati dai padani leghisti non sono stati affatto morbidi. Nella sua invettiva a favore degli arrestati Matteo Salvini ha addirittura paventato la possibilità, in caso di mancata scarcerazione, dell’occupazione delle prefetture.
Nel frattempo si stanno svolgendo gli interrogatori di garanzia. E’ di ieri quello al secessionista bresciano Giancarlo Orini, fondatore dell’associazione Alleanza. Questi si è presentato in Tribunale – avvalendosi poi della facoltà di non rispondere – con sotto al braccio una copia del libro “La Repubblica di Venezia”. Quel che si dice la coerenza.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
Centro nevralgico pare essere il paesino di Casale di Scodosia dove sarebbe stato trovato il mezzo corazzato, ex trattore agricolo, attrezzato con un cannone di 12 millimetri, perfettamente funzionante con cui erano state eseguite anche prove di fuoco. L’uso di questo mezzo era previsto in Piazza San Marco a Venezia per un’azione eclatante. Molte le personalità di spicco coinvolte dagli ordini restrittivi e dalle indagini; tra questi Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta ed ex deputato, Roberto Bernardelli assessore a Milano poi parlamentare leghista, Lucio Chiavegato e Patrizia Badii rispettivamente Presidente e segretaria della Life – associazione degli imprenditori veneti – ed il direttore del quotidiano “L’Indipendenza” Gianluca Marchi. Queste e tutte le altre persone coinvolte si riunivano sotto le voci di “Alleanza tra i popoli”, “Veneto Serenissimo Governo” e “Veneta Serenissima Armata” : tutte associazioni evidentemente votate alla scissione della regione Veneto dall’Italia.

A seguito dei blitz il Procuratore di Brescia Tommaso Buonanno ha spiegato che «Il gruppo era stato fondato nel maggio del 2012 e riuniva esponenti di Brescia patria e del Movimento separatista Veneto stato. Il programma si rifaceva, prevedendo però anche metodi violenti, al gruppo della Serenissima, autore dell’ occupazione di piazza San Marco a Venezia. Tra gli indagati vi sono anche persone che parteciparono al blitz nel capoluogo veneto (….) Per quanto riguarda presunti legami con movimenti politici non vi sono elementi che evidenzino collegamenti fra queste persone e la Lega Nord». Anzi, per Buonanno «si tratta di persone che avevano avuto contrasti con la Lega Nord» perché ritenevano la linea Carroccio troppo morbida.[divider]A sostegno degli arrestati si è mossa compatta tutta la Lega Nord. A Verona in Piazza dei Signori tutta la direzione del Carroccio ha preso parola per difendere il diritto di parola e pensiero dei cosiddetti secessionisti e la volontà di farli uscire da galera, con le buone o le cattive maniere. «O gli indipendentisti arrestati mercoledì scorso saranno liberati o li libererà la Lega» queste le parole del segretario Matteo Salvini che continua «Liberi subito. Le galere sono fatte per i delinquenti e i mafiosi, non per i padri e le madri di famiglia. Gli investigatori non hanno trovato nemmeno una fionda e sfido chiunque a chiamare carro armato quella ruspa spara-supposte».
Sul palco a urlare contro la Procura bresciana ed i partiti di Roma ladrona anche Umberto Bossi, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ed il sindaco di Verona Flavio Tosi. Il Senatur Bossi dal palco ha tuonato, rimembrando vecchi slogan e con l’imperitura forza che lo contraddistingue che «Quelli che sono a Roma vanno arrestati (…) hanno paura del popolo per questo li mettono in carcere. Ma non riusciranno a fermarci: saranno travolti dal popolo padano. Non vogliono che il popolo veneto possa votare per la propria libertà: li hanno messi in carcere per quello. I fratelli veneti in carcere hanno risvegliato tutta la Padania, non solo il Veneto».
Come di consueto, i metodi e le parole utilizzati dai padani leghisti non sono stati affatto morbidi. Nella sua invettiva a favore degli arrestati Matteo Salvini ha addirittura paventato la possibilità, in caso di mancata scarcerazione, dell’occupazione delle prefetture.
Nel frattempo si stanno svolgendo gli interrogatori di garanzia. E’ di ieri quello al secessionista bresciano Giancarlo Orini, fondatore dell’associazione Alleanza. Questi si è presentato in Tribunale – avvalendosi poi della facoltà di non rispondere – con sotto al braccio una copia del libro “La Repubblica di Venezia”. Quel che si dice la coerenza.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui