
A bocce ferme si tirano le somme. E non solo in Italia; in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea c’è chi festeggia e chi si lecca le ferite.
La vera vincitrice della competizione elettorale – visto lo smacco clamoroso dato al Presidente Hollande – è Marine Le Pen, leader del Front National che ha sbaragliato la concorrenza dell’altro partito di destra l’Ump e del il partito socialista del Premier francese, che si è fermato al 14% delle preferenze.
«Il popolo sovrano – ha detto Le Pen – ha parlato in modo forte e chiaro, come in tutti i grandi momenti della storia. Il popolo sovrano ha scelto di riprendere in mano il proprio destino».
Ed in modo altrettanto chiaro ha parlato anche in diretta televisiva Francois Hollande: «Le europee hanno espresso la loro verità ed è una verità dolorosa» ed ha convocato all’Eliseo una riunione di crisi. Il Primo Ministro francese Manuel Valls ha in ogni caso dichiarato che Hollande ha avuto un’investitura popolare per il quinquennio per cui non avverrà alcuno scioglimento dell’Assemblea Nazionale.
In Germania, nonostante il partito di Angela Merkel, la Cdu, abbia tenuto duro mantenendo la leadership, ha perso anche lei qualche punto percentuale a favore dei socialdemocratici ma soprattutto degli euroscettici di Alternative fur Deutschland che hanno raggiunto il 7% (obiettivo mancato alle precedenti elezioni per il Bundestag, il parlamento federale tedesco).
In Germania non esistendo la soglia di sbarramento sono riusciti a portare in Europa un parlamentare anche quelli del partito di estrema destra ed il partito dei Pirati.
Anche in altri paesi comunitari l’onda euroscettica ed il cosiddetto voto di protesta hanno preso piede. In Inghilterra si è abbattuto sul capo del Premier David Cameron il “terremoto” Nigel Farage, leader del partito euroscettico Ukip che è stato primo eletto a questa tornata elettorale staccando di molti punti percentuali i laburisti al governo.
In Spagna calano vertiginosamente le preferenze per il Partido Popular al governo e per il Psoe, il principale partito dell’opposizione; tutti gli arrabbiati a seguito dei 5 anni di austerity e crisi economica iberica sono convogliati nel partito Podemos, formato dagli “indignados”.
In Grecia vince Syriza di Alexis Tsipras che batte il partito del Premier Antonis Samaras, Nea Dimokratia e i neonazisti di Alba Dorata.
Sommando le cifre delle votazioni nei 28 paesi comunitari il partito maggiormente votato è il Ppe di Jean Claude Junker sull’avversario Martin Schulz. I numeri però non parlano di una vittoria schiacciante per cui pare probabile una coalizione tra i due se non addirittura lo spuntare di un terzo nome che convogli gli interessi di tutti.
Dell’ondata euroscettica e della vittoria di fronti nazionalisti ha invece parlato il presidente uscente della Commissione Europea il portoghese Josè Manuel Barroso che dice «Siamo estremamente preoccupati».[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
La vera vincitrice della competizione elettorale – visto lo smacco clamoroso dato al Presidente Hollande – è Marine Le Pen, leader del Front National che ha sbaragliato la concorrenza dell’altro partito di destra l’Ump e del il partito socialista del Premier francese, che si è fermato al 14% delle preferenze.
«Il popolo sovrano – ha detto Le Pen – ha parlato in modo forte e chiaro, come in tutti i grandi momenti della storia. Il popolo sovrano ha scelto di riprendere in mano il proprio destino».
Ed in modo altrettanto chiaro ha parlato anche in diretta televisiva Francois Hollande: «Le europee hanno espresso la loro verità ed è una verità dolorosa» ed ha convocato all’Eliseo una riunione di crisi. Il Primo Ministro francese Manuel Valls ha in ogni caso dichiarato che Hollande ha avuto un’investitura popolare per il quinquennio per cui non avverrà alcuno scioglimento dell’Assemblea Nazionale.
In Germania, nonostante il partito di Angela Merkel, la Cdu, abbia tenuto duro mantenendo la leadership, ha perso anche lei qualche punto percentuale a favore dei socialdemocratici ma soprattutto degli euroscettici di Alternative fur Deutschland che hanno raggiunto il 7% (obiettivo mancato alle precedenti elezioni per il Bundestag, il parlamento federale tedesco).
In Germania non esistendo la soglia di sbarramento sono riusciti a portare in Europa un parlamentare anche quelli del partito di estrema destra ed il partito dei Pirati.
Anche in altri paesi comunitari l’onda euroscettica ed il cosiddetto voto di protesta hanno preso piede. In Inghilterra si è abbattuto sul capo del Premier David Cameron il “terremoto” Nigel Farage, leader del partito euroscettico Ukip che è stato primo eletto a questa tornata elettorale staccando di molti punti percentuali i laburisti al governo.

In Spagna calano vertiginosamente le preferenze per il Partido Popular al governo e per il Psoe, il principale partito dell’opposizione; tutti gli arrabbiati a seguito dei 5 anni di austerity e crisi economica iberica sono convogliati nel partito Podemos, formato dagli “indignados”.
In Grecia vince Syriza di Alexis Tsipras che batte il partito del Premier Antonis Samaras, Nea Dimokratia e i neonazisti di Alba Dorata.
Sommando le cifre delle votazioni nei 28 paesi comunitari il partito maggiormente votato è il Ppe di Jean Claude Junker sull’avversario Martin Schulz. I numeri però non parlano di una vittoria schiacciante per cui pare probabile una coalizione tra i due se non addirittura lo spuntare di un terzo nome che convogli gli interessi di tutti.
Dell’ondata euroscettica e della vittoria di fronti nazionalisti ha invece parlato il presidente uscente della Commissione Europea il portoghese Josè Manuel Barroso che dice «Siamo estremamente preoccupati».[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
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