Già fuori il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop già da due anni, l’azienda Cantile ha continuato a produrre mozzarella di bufala con marchio Dop e a venderla nei suoi sette punti vendita, oggi sequestrati grazie ad un’indagine della Procura di S.Maria Capua Vetere partita da una denuncia di un operaio che perse le dita sul lavoro. Gravissime irregolarità ambientali e un autentico attentato alla salute pubblica da parte del caseificio di Sparanise (Ce), che produceva mozzarella con latte vaccino mescolato a quello di bufala e altro latte acquistato in Europa dell’Est con un’altissima carica batterica.L’operazione che ha portato 13 persone ai domiciliari, oltre che al sequestro dell’azienda vede coinvolti anche alcuni veterinari della Asl preposti ai controlli. Il latte utilizzato per la mozzarella dop, oltre ad essere misto, non veniva sottoposto al previsto autocontrollo sanitario. Controlli a campione sul latte giacente nei silos hanno rilevato una carica batterica anche più di duemila volte superiore a quella consentita, “tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica”, si legge in una nota del procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso. I pm hanno ravvisato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c’erano l’imprenditore Guido Cantile, 58 anni, ed i suoi figli Pasquale e Luigiantonio. Fondamentale era, per l’accusa, la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli. I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura. «Il Consorzio dop deve avere il potere di togliere l’uso del marchio, altrimenti diventa un organismo con possibilità di intervento solo formali, e ciò a scapito dell’intero comparto» dichiara il direttore generale del Consorzio di tutela Antonio Lucisano in relazione all’inchiesta sulla mozzarella adulterata. Ora tutti i cittadini che hanno consumato le mozzarelle in questione posso agire per ottenere il risarcimento dei danni nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti attraverso il Codacons. [divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui