

Speriamo almeno che non lo abbiano fatto a sua insaputa. Claudio Scajola, ex Ministro allo Sviluppo Economico del precedente governo Berlusconi, è stato assolto dal Tribunale di Roma dall’accusa di concorso in finanziamento illecito per la compravendita dell’immobile di via del Fagutale a Roma, a due passi dal Colosseo.
I fatti risalgono al 2011: Scajola dovette dimettersi immediatamente dalla carica ministeriale per difendersi dalle accuse mossegli a seguito delle indagini contro l’imprenditore Diego Anemone in merito ad appalti per le grandi opere. Le gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori del G8 della Maddalena, dei mondiali di nuoto a Roma e per le celebrazioni per l’Unità di Italia pare siano state “truccate” da Anemone ed altri costruttori ed imprenditori. Nel giro di transazioni monetarie compaiono anche alcuni assegni emessi da Anemone tramite l’architetto Angelo Zampolini per acquistare “la casa dello scandalo” di proprietà delle sorelle Papa; Anemone ha pagato – rispetto alla cifra pattuita per la vendita di 1,7 milioni di euro- 900 mila euro più 100 mila per la sua ristrutturazione, facendo pagare solo la restante parte a Scajola.[divider]
Ma a quanto pare la bellissima casa capitolina è stata davvero “comprata a sua insaputa” come continuamente ripeteva il parlamentare considerando che la sentenza emessa dal giudice Eleonora Santolini recita che il “fatto non costituisce reato” e che nell’agire di Scajola non è stato ravveduto alcun dolo ossia alcuna consapevolezza e volontà.
Per Anemone invece la sentenza è un “non doversi procedere” perche il reato è estinto per prescrizione.
A seguito della favorevole sentenza, Claudio Scajola ha chiamato al telefono Silvio Berlusconi. ”Ho sempre detto la verità. Questo processo non doveva neanche cominciare perché era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggior valore” sono state le parole dell’ex ministro pidiellino.
Amareggiato per il fango e le accuse piovutegli addosso negli ultimi anni, Scajola commenta “Mi ha fatto male e riempito di amarezza non essere creduto . Ho sofferto nel dover leggere sui giornali cose che non erano vere”. E alle domande sulla sua possibile futura vita politica ammette che “adesso non ci penso ma spero che questa sentenza possa restituirmi la mia credibilità politica”.[divider]
E nel frattempo la casa di Via Fagutale che fine ha fatto? Pare che la casa sia stata venduta: il compromesso è stato stipulato e Scajola aspetta solo che si firmi il rogito. A detta dell’onorevole è stata disabitata da subito dopo lo scandalo.
I fatti risalgono al 2011: Scajola dovette dimettersi immediatamente dalla carica ministeriale per difendersi dalle accuse mossegli a seguito delle indagini contro l’imprenditore Diego Anemone in merito ad appalti per le grandi opere. Le gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori del G8 della Maddalena, dei mondiali di nuoto a Roma e per le celebrazioni per l’Unità di Italia pare siano state “truccate” da Anemone ed altri costruttori ed imprenditori. Nel giro di transazioni monetarie compaiono anche alcuni assegni emessi da Anemone tramite l’architetto Angelo Zampolini per acquistare “la casa dello scandalo” di proprietà delle sorelle Papa; Anemone ha pagato – rispetto alla cifra pattuita per la vendita di 1,7 milioni di euro- 900 mila euro più 100 mila per la sua ristrutturazione, facendo pagare solo la restante parte a Scajola.[divider]
Ma a quanto pare la bellissima casa capitolina è stata davvero “comprata a sua insaputa” come continuamente ripeteva il parlamentare considerando che la sentenza emessa dal giudice Eleonora Santolini recita che il “fatto non costituisce reato” e che nell’agire di Scajola non è stato ravveduto alcun dolo ossia alcuna consapevolezza e volontà.
Per Anemone invece la sentenza è un “non doversi procedere” perche il reato è estinto per prescrizione.
A seguito della favorevole sentenza, Claudio Scajola ha chiamato al telefono Silvio Berlusconi. ”Ho sempre detto la verità. Questo processo non doveva neanche cominciare perché era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggior valore” sono state le parole dell’ex ministro pidiellino.
Amareggiato per il fango e le accuse piovutegli addosso negli ultimi anni, Scajola commenta “Mi ha fatto male e riempito di amarezza non essere creduto . Ho sofferto nel dover leggere sui giornali cose che non erano vere”. E alle domande sulla sua possibile futura vita politica ammette che “adesso non ci penso ma spero che questa sentenza possa restituirmi la mia credibilità politica”.[divider]
E nel frattempo la casa di Via Fagutale che fine ha fatto? Pare che la casa sia stata venduta: il compromesso è stato stipulato e Scajola aspetta solo che si firmi il rogito. A detta dell’onorevole è stata disabitata da subito dopo lo scandalo.
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