
Nonostante la poca attenzione data alla musica di questa prima serata di Sanremo 2014, (ma che ci aspettavamo da un festival sulla canzone? Che davvero pensate di stare in Finlandia che fanno le cose come le scrivono?) siamo comunque riusciti a farci una vaga ed umile impressione dei brani presentati, che – per inciso – non ci hanno comunque scombussolato le viscere.
Arisa – Molto seria in un look da commercialista in carriera – e mangiati un sorriso come si direbbe a Napoli – presenta due brani molti diversi tra loro, ma entrambi non eccezionali. Controvento, motivetto sanremese, ha la meglio sulla tanghera Lentamente, che annovera tra gli autori Cristina Donà. Sopra la media comunque la nostra Pippa. Rosaria Pippa, che avevate capito.
Frankie Hi- Nrg – A Francè, avrai pure un cognome da rispettare, ma non ti si può vedere vestito come Jovanotti negli anni ’90, essù. Ed anche stonare come lui. In Italia solo Jovanotti può stonare. Passa Pedala sicuramente più nelle sue corde, ma il testo di Un Uomo è vivo colpisce sicuramente di più. Peccato che non abbia studiato abbastanza solfeggio per cantanti il nostro MC.
Antonella Ruggiero – Sempre sofisticata sia nella voce che nell’aplomb l’ex Matia Bazar. Pure troppo. Sarà che l’hanno infilata in uno spettacolo triste – protagonisti la Castà e Fazio – ma ci siamo sentiti ancora più lugubri dopo la sua impeccabile interpretazione da eroina nera. Passa, per fortuna, Da Lontano, più orecchiabile di Quando balliamo e più comprensibile anche. Sei la voce più potente d’Italia però Antonè, sappilo.
Raphael Gualazzi e i The Blood Beetroots – La curiosità per questo abbinamento ci ha risvegliato dal torpore in cui eravamo caduti. Ma per poco, non temete. Sono i momenti di ritmo di tutto il Festival; due le proposte Tanto ci sei, rimasta talmente impressa che manco il nome ci ricordavamo, passa però – come ci dispiace – Liberi o no. Ma vi assicuro la Carrà ci ha fatto ballare di più.
Cristiano De Andrè – Ci racconta che ha smesso di fumare. Cristià si vedeva già dalla dentatura fosforescente nun te preoccupà, non abbiamo capito cosa, però, visto che la voce arrancava. Due testi molto profondi ed emozionanti, sicuramente, tra il meglio ascoltato sinora. Passa Il cielo è vuoto e lui si dispiace preferiva Invisibili. Lassa stà ti potevano confondere con gli Ape Escape.
Perturbazione – Sono divertenti, ironici, sagaci ma un po’ ripetitivi. Cesarano, figlio mio, fa qualche lezione di canto per non fare sempre la stessa tiritera melodica, e ja. I soldi ce li hai. Ci portano comunque un po’ di freschezza, nonostante il frac. Passa L’unica, ironica già dal titolo, al posto di “L’italia vista dal bar”, lucido, ma leggero, ritratto di un’Italia decadente. Io tifo giovane quindi incrociamo le dita.
Giusy Ferreri – Dimagrita e più carina si esibisce con verità, colpisce. Ed anche il suo primo brano L’amore possiede il bene ha tutte le carte per essere ricordato per molto tempo. Ma passa l’altro Ti porto a cena con me, con questo le possibilità di vincere diminuiscono, cara Giusy, peccato. Nel complesso brava lei, ma la patata poggiata sulle corde vocali rimane.
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