
Racconta la tradizione che il Vescovo Gennaro, intorno al 305 d. C. venne a Napoli da Benevento per intercedere in favore di due confratelli (il diacono e il lettore della sua Diocesi) con le autorità civili imperiali. Le autorità romane, per non aver rinnegato il Cristianesimo, lo condannarono ad essere sbranato dalle belve nell’ Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, ma poiché era sorprendentemente sopravvissuto a questa pena, gli fecero tagliare la testa (tecnicamente fu decollato) in un luogo sito sulla strada Domiziana.
Questa, in estrema sintesi, la figura del Gennaro: uomo del popolo, che si spende per gli altri, senza rinnegare la Fede.
La lettura della passione di San Gennaro ha fatto da prologo al miracolo di stamattina, che è stato annunciato alle 10.02 di oggi 19 settembre 2023.

Il sangue è arrivato sull’altare già sciolto, sembra che il prodigio sia avvenuto alle 9,54. L’annuncio dell’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia è stato accolto dallo sventolio dei fazzoletti bianchi da parte della Deputazione di San Gennaro e da un fragoroso applauso della folla, composta non solo da fedeli e curiosi, ma anche da tanti turisti che affollano in questi giorni la città e che non si volevano perdere lo spettacolo.
Don Mimmo, contrariamente al sentire popolare, ha affermato che per la città il vero miracolo avverrà quando il sangue non si scioglierà più, parafrasando la liquefazione del sangue del Santo, con lo spargimento di sangue di tante vittime innocenti.
Durante l’omelia, ancora una volta, don Mimmo sente forte il richiamo delle canzoni e quest’anno cita la “Aizamm’ na mana” di Enzo Avitabile, recitandone in italiano (in napoletano per un non dialettofono sarebbe stato estremamente difficile) una strofa: “Alziamo la mano, facciamo sul serio, muoviamoci insieme, facciamo qualcosa se ci crediamo ancora. La voce di uomo, la mia voce, la voce del popolo è voce di Dio’”.
Al termine della celebrazione eucaristica i saluti di rito alle autorità militari e civili presenti e all’Arcivescovo emerito Crescenzio Sepe, che invece quando era lui a presiedere i saluti li faceva all’inizio.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il presidente della Corte di Appello, del TAR sono stati ringraziati per la loro presenza, ma, la folla, nonostante l’euforia della festa, non ha scandito i loro nomi neanche con il più freddo degli applausi. Nulla, l’indifferenza più totale.
Presente anche il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, che ha dispensato sorrisi e stretto mani.
Al termine della celebrazione l’ampolla con il Sangue del Santo è stata portata sul sagrato del Duomo, per essere venerata dalla folla che attendeva all’esterno e che non era riuscita a trovare spazio nella Chiesa Cattedrale.
Un’ultima annotazione tecnica: quello di San Gennaro è un prodigio non un miracolo, proprio perchè si ripete ogni anno (in verità 3 volte l’anno), mentre il miracolo è irripetibile.
Proprio per questo alla città di Napoli non servono miracoli, ma tanti Santi, qualche Beato e sicuramente nessun martire.