

Novità in casa leghista. Dopo il voto dei tesserati che l’ha eletto con l’ 82% dei voti – contro il 18% di Umberto Bossi – Matteo Salvini è stato proclamato nuovo segretario della Lega Nord anche per alzata di mano durante il Congresso del partito al Lingotto di Torino domenica scorsa.
L’europarlamentare quarantaduenne padano prende il posto di Roberto Maroni che si dedicherà quindi esclusivamente al governo della Regione Lombardia.
Da subito le parole di Salvini sono state dure e dirette al governo di Roma, agli immigrati, ai tentativi di apertura verso le unioni civili e omosessuali, alle banche ma soprattutto alle politiche europee dettate da Bruxelles. “L’euro ci ingabbia; ingabbia la Padania. Il sistema euro è servito per fottere la nostra agricoltura, la nostra economia. Se salta l’euro allora potrò fare meglio la mia battaglia con la Padania. Io sto con i forconi in piazza, contro i delinquenti europei. Ci diamo appuntamento a Bruxelles, contro i burocrati”. Durante il discorso di acclamazione le parole hanno avuto un crescendo di rabbia e disapprovazione verso le politiche eurocentriche “L’euro è un crimine contro l’umanità. Prima salta l’euro, prima posso riprendere la battaglia per l’indipendenza(…) .Siamo qui oggi perché questo sia l’inizio di un percorso che ci porterà a vincere, a occupare Bruxelles, a smontarla e a ricostruirla da capo”, ha detto Salvini. “Proporrò al Congresso – ha annunciato – di ritrovarci tutti a Bruxelles, nella sede del mostro dello spreco e della dittatura finanziaria, per portare in piazza in primavera quelli che chiedono di tornare padroni del loro futuro, della loro moneta e dei loro confini”.
Una vera virata a destra per l’ex candidato dei “Comunisti Padani” che ha invitato a Torino domenica alcune delegazioni europee che appoggiano nei loro rispettivi paesi le proposte nazionaliste e indipendentiste del leghista. Presenti il tedesco Hanz Christian Stranche, l’olandese Gert Wilders, il russo Viktor Zubarev, il francese Ludovic De Donne, presidente del movimento di Marine Le Pen, assente per impegni elettorali in Francia ed il belga Gerolf Anemans.
Duro attacco anche alla stampa da parte del neo segretario padano. I giornalisti, definiti “pennivendoli”, se scriveranno male della Lega non saranno più ammessi agli incontri. “Dal prossimo congresso chi dimostra obiettività morale entra, gli altri possono uscire a calci in culo” ed ancora “Ci hanno attaccato, noi non siamo i ladri, si sono occupati anche delle nostre mutande, ma il ladro è lo Stato. Basta, lo dico da collega giornalista, devono andare affanc…”. Noblesse oblige.
Da subito le parole di Salvini sono state dure e dirette al governo di Roma, agli immigrati, ai tentativi di apertura verso le unioni civili e omosessuali, alle banche ma soprattutto alle politiche europee dettate da Bruxelles. “L’euro ci ingabbia; ingabbia la Padania. Il sistema euro è servito per fottere la nostra agricoltura, la nostra economia. Se salta l’euro allora potrò fare meglio la mia battaglia con la Padania. Io sto con i forconi in piazza, contro i delinquenti europei. Ci diamo appuntamento a Bruxelles, contro i burocrati”. Durante il discorso di acclamazione le parole hanno avuto un crescendo di rabbia e disapprovazione verso le politiche eurocentriche “L’euro è un crimine contro l’umanità. Prima salta l’euro, prima posso riprendere la battaglia per l’indipendenza(…) .Siamo qui oggi perché questo sia l’inizio di un percorso che ci porterà a vincere, a occupare Bruxelles, a smontarla e a ricostruirla da capo”, ha detto Salvini. “Proporrò al Congresso – ha annunciato – di ritrovarci tutti a Bruxelles, nella sede del mostro dello spreco e della dittatura finanziaria, per portare in piazza in primavera quelli che chiedono di tornare padroni del loro futuro, della loro moneta e dei loro confini”.
Una vera virata a destra per l’ex candidato dei “Comunisti Padani” che ha invitato a Torino domenica alcune delegazioni europee che appoggiano nei loro rispettivi paesi le proposte nazionaliste e indipendentiste del leghista. Presenti il tedesco Hanz Christian Stranche, l’olandese Gert Wilders, il russo Viktor Zubarev, il francese Ludovic De Donne, presidente del movimento di Marine Le Pen, assente per impegni elettorali in Francia ed il belga Gerolf Anemans.
Duro attacco anche alla stampa da parte del neo segretario padano. I giornalisti, definiti “pennivendoli”, se scriveranno male della Lega non saranno più ammessi agli incontri. “Dal prossimo congresso chi dimostra obiettività morale entra, gli altri possono uscire a calci in culo” ed ancora “Ci hanno attaccato, noi non siamo i ladri, si sono occupati anche delle nostre mutande, ma il ladro è lo Stato. Basta, lo dico da collega giornalista, devono andare affanc…”. Noblesse oblige.
Emanuela Nicoloro