
Dura replica di Salvini a Macron:” Più di 40.000 respingimenti alle frontiere francesi con l’Italia dall’anno scorso, altro che solidarietà e accoglienza. Macron abbia il buon gusto di tacere e non dare lezioni agli italiani”.
Roma- Continua lo scontro tra Salvini e Macron sul tema migranti dopo le dichiarazioni di ieri del capo dell’eliseo. In visita in Danimarca, Macron aveva dichiarato “Sì è vero, sono l’avversario di Salvini e Orban” . Il ministro dell’interno italiano non ha preso bene le parole del collega, passando al contrattacco con dure affermazioni: “Da inizio 2017 ad oggi la Francia del “bravo Macron” ha respinto più di 48.000 immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini. Sarebbe questa l’Europa “accogliente e solidale” di cui parlano Macron e i buonisti? Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l’ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere.” Aggiunge poi che “L’Italia non è più il campo profughi d’Europa” e che ” la pacchia per scafisti e buonisti è finita!”.
Salvini torna poi a parlare in sua difesa del caso della nave Diciotti:” La Cei l’ho chiamata io, non è che si siano chiamati da soli. Irlanda, Albania e vescovi sono stati contattati da noi. L’Europa per l’ennesima volta si è girata dall’altra parte ed ha fatto finta di niente”. A Radio Padova ha poi aggiunto in merito: “Ci siamo rivolti fuori dall’Europa, con l’Albania, e abbiamo chiamato anche altri Paesi che potranno essere utili nei prossimi eventuali, spero di no, sbarchi. Abbiamo chiamato la Chiesa cattolica perché a parole proclama accoglienza e generosità, si è fatta anche economicamente carico di queste persone”.
Intanto piovono nuovi capi d’accusa sul ministro dell’interno italiano. Sull’inchiesta del caso Diciotti deve già rispondere di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, insieme al suo capogabinetto. Ora la procura di Agrigento ipotizza anche i reati di sequestro di persona a scopo di coazione e omissione di atti d’ufficio.