
Avrà peccato di ingenuità o è andato nella bocca del lupo sapendo di poter essere contestato così da poter parlar male e continuare a denigrare il Sud ed il suo popolo? Il dubbio è lecito. Perchè una persona che rappresenta istituzionalmente una moltitudine di altre persone che per decenni -volendo rimanere strettamente nell’alveo della storia della Lega Nord senza andar ancora più indietro nei secoli – ha detto, scritto, urlato e ribadito mentre faceva roteare fantomatiche ampolle di acqua miracolosa di fiume, dovrebbe venire al Sud, e nello specifico ieri a Napoli in Piazza Carlo III, ed essere applaudita, ascoltata e neanche minimamente contestata? Se a George W. Bush buttano una scarpa in faccia mentre tiene un discorso ufficiale, tu Salvini per molto meno meriti la contestazione.[divider]
I fatti di cronaca sono semplici: Matteo Salvini parte per il Sud per un tour elettorale in vista delle elezioni europee di fine maggio ed ha in programma comizi ed incontri a Salerno, Napoli, Taranto. Ieri la tappa a Napoli però non deve essere stata dolce. In effetti la permanenza di Salvini, dei suoi collaboratori e dei candidati leghisti per la circoscrizione sud (la persona che a Napoli chiede voti per conto e nome della Lega Nord poi o è un genio assoluto o un papabile al Trattamento Sanitario Obbligatorio) in Piazza Carlo III è durata solo il tempo di allestire e disallestire il gazebo e di rispondere a qualche domanda dei cronisti presenti perchè la contestazione è partita subito, forte e chiara.
Dopo i cori anti-napoletani del 2009 che videro protagonista il neo segretario leghista, ieri i colerosi, i terremotati ed i puzzolenti – tutti termini utilizzati da Salvini per descrivere i napoletani – si sono tolti parecchi sassolini dalle scarpe. «Buffone, vattene, lavati tu con il fuoco»; «Come hai avuto il coraggio di venire qui, con che faccia? Vattene e vergognati»; e l’attualissimo «Sei tu la carogna» sono stati gli slogan che hanno dato il benvenuto al leader padano.
Nessuna violenza ma solo contestazione da parte dei presenti, tra cui un gruppo di neo- borbonici che continuavano a sventolare bandiere del Regno delle Due Sicilie.
Nonostante un primo commento politically correct in cui diceva di ringraziare le centinaia di napoletani che sono andati firmare il referendum per cancellare la legge Fornero e di essere interessato all’abolizione dell’Euro per Milano quanto per Napoli, il segretario del Carroccio dalla sua pagina Facebook rincara la dose scrivendo «Peccato che a Napoli, e solo a Napoli, un gruppo di violenti non abbia permesso ai cittadini perbene di incontrare la Lega. Per qualcuno è più importante il tifo da stadio che non il lavoro».
Evidentemente quando ha scritto questo post Salvini non era ancora arrivato a Taranto perchè a Napoli ma non solo a Napoli è stato contestato. A Taranto era prevista una conferenza stampa davanti alle portinerie delle’Ilva che però è saltata per l’assembramento di operai e cittadini che gridavano slogan anti-leghisti.
Caro Salvini, a noi al Sud mancano delle buone autostrade, dei treni decenti, degli aeroporti internazionali, amministrazioni locali tali da non farci arrossire ma una cosa l’abbiamo eccome: l’amor proprio.
I fatti di cronaca sono semplici: Matteo Salvini parte per il Sud per un tour elettorale in vista delle elezioni europee di fine maggio ed ha in programma comizi ed incontri a Salerno, Napoli, Taranto. Ieri la tappa a Napoli però non deve essere stata dolce. In effetti la permanenza di Salvini, dei suoi collaboratori e dei candidati leghisti per la circoscrizione sud (la persona che a Napoli chiede voti per conto e nome della Lega Nord poi o è un genio assoluto o un papabile al Trattamento Sanitario Obbligatorio) in Piazza Carlo III è durata solo il tempo di allestire e disallestire il gazebo e di rispondere a qualche domanda dei cronisti presenti perchè la contestazione è partita subito, forte e chiara.

Dopo i cori anti-napoletani del 2009 che videro protagonista il neo segretario leghista, ieri i colerosi, i terremotati ed i puzzolenti – tutti termini utilizzati da Salvini per descrivere i napoletani – si sono tolti parecchi sassolini dalle scarpe. «Buffone, vattene, lavati tu con il fuoco»; «Come hai avuto il coraggio di venire qui, con che faccia? Vattene e vergognati»; e l’attualissimo «Sei tu la carogna» sono stati gli slogan che hanno dato il benvenuto al leader padano.
Nessuna violenza ma solo contestazione da parte dei presenti, tra cui un gruppo di neo- borbonici che continuavano a sventolare bandiere del Regno delle Due Sicilie.
Nonostante un primo commento politically correct in cui diceva di ringraziare le centinaia di napoletani che sono andati firmare il referendum per cancellare la legge Fornero e di essere interessato all’abolizione dell’Euro per Milano quanto per Napoli, il segretario del Carroccio dalla sua pagina Facebook rincara la dose scrivendo «Peccato che a Napoli, e solo a Napoli, un gruppo di violenti non abbia permesso ai cittadini perbene di incontrare la Lega. Per qualcuno è più importante il tifo da stadio che non il lavoro».
Evidentemente quando ha scritto questo post Salvini non era ancora arrivato a Taranto perchè a Napoli ma non solo a Napoli è stato contestato. A Taranto era prevista una conferenza stampa davanti alle portinerie delle’Ilva che però è saltata per l’assembramento di operai e cittadini che gridavano slogan anti-leghisti.
Caro Salvini, a noi al Sud mancano delle buone autostrade, dei treni decenti, degli aeroporti internazionali, amministrazioni locali tali da non farci arrossire ma una cosa l’abbiamo eccome: l’amor proprio.