
Da un po’ di tempo, l’arte sta pian piano divenendo un optional condiviso da pochi. Addirittura messa da parte dalle istituzioni, quali le scuole, e, di conseguenza, dalla futura classe dirigente che ci accomuna, molte opere artistiche non sono mai venute alla luce. Queste spesso sono nascoste nel cuore dei musei, all’interno dei magazzini: come i 1000 dipinti dell’800 napoletano rinchiusi nei depositi del museo di San Martino; le 26.636 opere appartenenti al tesoro di San Gennaro, del valore superiore alla collezione della Regina d’Inghilterra e altrettante numerose creazioni artistiche nei musei di Capodimonte e del Duca di Martina. Così, lo storico dell’arte e pubblicitario, il dottor Dario Marco Lepore, decise di riabbracciare, in qualche modo, il progetto di Carlo III (nel ‘700). Ma, in questo caso, invece di andare incontro alle esigenze dei ceti meno abbienti dimenticati, tenta di accogliere l’arte dimenticata.
Napoli possiede un patrimonio artistico non inferiore alle altre città Europee e L’Albergo dei Poveri (o Palazzo Fuga), con i suoi 103mila metri quadri non sfruttati, potrebbe essere una location perfetta da dedicare alle opere ancora non condivise, e non solo: la struttura sarà adibita anche ai servizi per il pubblico, come bar, ristoranti, librerie e negozi di souvenir. Per realizzare tale progetto, il Dott. Lepore attualmente procede in maniera autonoma: raccogliendo firme ed organizzando incontri con Associazioni artistiche al fine di cercare donazioni. Il tutto con l’obiettivo di richiamare visitatori e alimentare il turismo, per mostrare al mondo che la città partenopea non è meno delle altre città principali Europee a livello artistico.