
Dopo la clamorosa notizia del sovraffollamento del Liceo Classico Jacopo Sannazzaro, la protesta studentesca è cresciuta esponenzialmente: è stato infatti organizzato un sit-in lo scorso 18 settembre sui gradoni antistanti alla scuola ed i rappresentanti d’istituto stanno incitando i propri compagni ad assentarsi in massa, in segno di protesta contro la preside e le istituzioni scolastiche.
Tutto è iniziato nella prima settimana dell’anno scolastico, quando i ragazzi, tornati dalle vacanze si sono trovati di fronte ad un problema logistico insormontabile: 48 aule per 53 classi, con almeno 5 delle classi del liceo, dunque, che non avrebbero trovato posto.
A questo punto, è stata la decisione della preside a suscitare forte indignazione tra alunni e genitori: per il modico costo di 18 euro, infatti, i ragazzi sarebbero stati accompagnati dai professori per delle “escursioni didattiche alternative”. Il risultato? Gli studenti sono finiti a Varcaturo, a fare il bagno con i professori.
Chi si è opposto è stato sbattuto in Aula Magna senza troppi complimenti, e senza la possibilità di fare lezione.
Da qui è iniziata la protesta dei ragazzi, che sono usciti in massa dalle classi per dimostrare il proprio malcontento.
La risposta, come testimoniato da molti degli studenti, è stata composta perlopiù da minacce di vario genere da parte dei professori e della preside stessa.
Una situazione, dunque, che non poteva che degenerare come alla fine è successo: la preside è stata severamente accusata da parte della sovrintendenza, che ha minacciato severi provvedimenti, mentre i ragazzi sono ancora adesso sprovvisti di aule, di certezze e, soprattutto, del loro sacrosanto diritto all’istruzione.
Si tratta di una situazione surreale, quella degli studenti del Sannazzaro, al punto che addirittura il vicepremier Luigi Di Maio ha deciso di intervenire sulla questione: “Entro la prossima settimana il problema sarà risolto” ci fa sapere il ministro del lavoro tramite il sottosegretario all’istruzione Salvatore Giuliano.
Studenti, genitori e professori, dunque, aspettano con il fiato sospeso di conoscere l’esito di una vicenda tanto improbabile quanto grave, per la quale sono sotto accusa tutti i coinvolti: dalla preside stessa, alla sovrintendenza.
La conseguenza, però, indipendentemente da chi risulterà effettivamente colpevole, è una sola: a causa della negligenza delle istituzioni, ancora una volta ci hanno rimesso gli studenti.