
Oggi essere insegnanti non è la cosa più facile e tanto meno in Italia dove, lo sappiamo, gli stipendi sono molto bassi, le scuole cadono a pezzi, a maggior ragione qui al sud, dove sono spesso fatiscenti, e addirittura quando arriva l’inverno non si è si neanche sicuri di trovare il riscaldamento acceso.
Ed è proprio questo, invece, uno dei ruoli più importanti in una società che vuole essere dinamica, che vuole crescere, poiché la circolazione di sapere che attivano gli insegnanti a scuola, insieme al lavoro dei genitori a casa, sono il motore dello sviluppo delle coscienze, della criticità del pensiero dei giovani, del livello di approfondimento delle loro intelligenze e della loro voglia di conoscere.
E poi tutti noi siamo legati a quelle figure che ci hanno accolto, parlato, insegnato, ripreso, che ci hanno fatto crescere, che ci hanno fatto pensare e perché no, anche ridere.
Tutti siamo rimasti legati ad uno o più dei nostri passati insegnanti, per qualche strano motivo ricordiamo degli episodi che ci sono rimasti impressi.
All’estero, un insegnante ha provato a spiegare ad una classe cosa sia il privilegio e la mobilità sociale: ha dato a tutti gli alunni un foglio di carta bianca, dicendo a tutti loro, che potevano arrotolarlo e poi ha posizionato il cestino della carta davanti alla cattedra. Successivamente, ha spiegato il funzionamento del gioco, cioè che ognuno di loro era il rappresentante della popolazione del paese ed aveva a disposizione una sola possibilità di diventare ricco e entrare di diritto nella classe più alta della società, ovvero fare centro nel cestino, dalla posizione in cui si trovava seduto nella classe.
Chiaramente, gli alunni seduti nelle prime file sono riusciti con facilità a centrare il bersaglio, mentre gli alunni delle ultime file hanno cominciato a protestare perché si sentivano svantaggiati a dover lanciare la pallina di carta da quella distanza. Ecco, riprese l’insegnante “avete capito cosa significa essere privilegiati e il privilegio che avete tutti i giorni è quello di ricevere un’educazione. Questo dono può aiutare a realizzare molte cose nella vita, però la cosa più importante per cui si può utilizzare il vostro privilegio è imparare ad essere solidali con le persone che sono sedute nelle file dietro la vostra”.
Chissà se i nostri politici, che sono dei privilegiati, si rendessero conto dell’importanza della solidarietà e agissero di conseguenza, facendo politiche a sostegno della scuola e degli insegnanti, allora anche il nostro paese diventerebbe un posto migliore.