

Dal palco del Bellini al salotto buono della città di Napoli. Sabato 17 gennaio Toni Servillo ha incontrato il caloroso e numeroso pubblico partenopeo nelle sale dello spazio Guida, il ritrovo culturale di via Bisignano, messo a disposizione dall’editore Diego Guida. L’incontro si è svolto nell’ambito degli appuntamenti promossi dall’associazione culturale “Vivo a Napoli”, attorno il tema portante del “Perché vivo a Napoli, dialoghi per chi resta”. A moderare il dibattito è stata Emilia Leonetti, coadiuvata dalla presenza dell’attore Andrea Renzi. Servillo come sempre ha letteralmente rapito il pubblico con la sua ineccepibile oratoria, brillante, spontanea e mai retorica. Il mattatore della ribalta, reduce dal recente successo de “Le Voci di Dentro” al teatro Bellini di Napoli, si è soffermato sull’importanza fondamentale che il teatro esercita sulle nostre vite. Quel senso di comunione, di vicinanza collettiva ma anche di attesa che solo il grande palco può trasmettere, aiuta in qualche modo a limare e meglio sopportare il cinismo quotidiano che condisce ,che lo si voglia o no, le nostre esistenze.
E in questo discorso si inserisce a pieno titolo la lezione di un grande maestro quale Francesco Rosi è stato per il cinema italiano e per la coscienza civica di molti. Servillo ha infatti doverosamente ricordato il grande cineasta scomparso di recente e il suo profondo impegno nel sociale attraverso un cinema di qualità e di denuncia ma mai ostentatorio. D’altra parte nel cinema come nel teatro ed in ogni altro mestiere, il motore che muove tutto è la passione, l’unica spinta che la mattina ci fa alzare dal letto, diversamente a quanto accade al Lucariello di Natale in casa Cupiello che da quella branda viene inghiottito e verso cui riversa tutto il suo male di vivere, è proprio quel desiderio di affrontare una nuova giornata e tutto ciò che questa comporta.
Al di là della scelta di rimanere o allontanarsi da un territorio senza dubbio controverso quale quello partenopeo, quello che realmente conta è il fare qualcosa per cui ne valga la pena, come ha ricordato Servillo: “Una volta a Milano dopo uno spettacolo, una donna sulla settantina, curata ed elegante, si avvicina e mi dice: “sono venuta a teatro per la seconda volta a vedere lo stesso spettacolo ‒ Siete talmente bravi che mi fate pena. Perché ci mettete così tanto, ne vale la pena?”. E in questo aneddoto per certi versi è racchiuso quello che è il senso della vita, del nostro essere su questa terra per fare e lasciare qualcosa per cui sia valso la pena di vivere.