
L’annuncio del Natale, la sua preparazione e ogni evento che lo circonda sono estremamente legati nella celebrazione e nella percezione “magica” del periodo, alla musica. Nel corso degli anni c’è stato poco da aggiungere a un repertorio classico e tradizionale in modo da crearne un genere a se stante non amato né disprezzato, ma riconosciuto e collettivamente accettato, un po’ come l’albero, i maglioni di lana, il rosso o l’arguto di turno che annuncia l’ambo alla prima estrazione della tombola: esistito, esistente e che continuerà ad esistere, di cui ci sarebbe ben poco da dire o ridire. In ambito strettamente musicale, secondo una statistica ufficializzata dalla critica, un artista che decida di affrontare la rivisitazione dei brani natalizi o di produrne nuovi, indicherebbe una doppia manifestazione del proprio declino artistico. Ma ciò ha comunque portato buoni risultati in diversi remake e raccolte non indimenticabili ma quantomeno interessanti. E siccome dopo anni e anni siamo consapevoli di non poter sfuggire alle melodie natalizie spesso anche in contrasto con il nostro reale stato d’animo tanto da amplificarne i sintomi inconciliabili e forti della certezza che non supereranno la notte di capodanno, possiamo salvaguardare buon gusto e passione per l’arte sonora.
Il trucco sarà non scegliere la canzone in se, in quanto intramontabile, ma scegliere una buona accoppiata interpretazione – interprete. Bing Crosby, Over the Rainbow e Let is snow di Frank Sinatra, Dean Martin, Elvis Presley ad esempio. La geniale Happy Xmas (War is over) di Jhon Lennon, canzone del natale ma carica del pensiero pacifista dell’autore senza però cadere nella retorica; la risposta di Paul McCartney con la magnifica Wonderful Christmas time; il Jingle Bells di Michael Bublè con i cori delle Puppini Sisters o The little drummer boy – Peace on Earth del duo David Bowie e Bing Crosby: quanto difficile da percepire, per la personalità di Bowie e per l’insolito accostamento, tanto affascinante. Chiudiamo con Please come home for Christmas di Jon Bon Jovy e la più recente Soul Cake, in cui Sting si raffigura come una sorta di poeta viandante e ascoltando la particolare atmosfera della canzone si sente tutto l’inverno inglese fatto di freddo ma anche di case calde e accoglienti, un contrasto che fa apprezzare il Natale per le cose semplici e reali smarrite a causa di frenesie ed eccessi.