
Erano anni che si aspettava un cambiamento del genere nel mercato musicale italiano. Ieri il parlamento europeo ha attuato una svolta epocale nella gestione del diritto d’autore in ambito musicale,
è stata infatti approvata una legge (Diritti d’autore e diritti connessi e concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online) che di fatto obbliga la tanto contestata Siae, ovvero la Società di Gestione Collettiva italiana, a permettere ai propri autori l’uso non commerciale delle loro opere, ad aderire quindi ai Creative Commons. In pratica è concessa l’opportunità agli autori di poter scegliere come meglio utilizzare le proprie opere ed adattarle ai contesti specifici, potendo quindi rinunciare ai propri diritti d’autore in alcune occasioni ma non in maniera definitiva. E’ concesso infatti di rimanere opzionale fino alla fine, e quindi a discrezione dell’autore stesso, la possibilità di beneficiare dei diritti o meno, basta registrare le proprie opere come CC e quindi Creative Commons, lasciano opzionale la possibilità di renderle ad uso commerciale. [divider]Una vera rivoluzione nel mercato musicale italiano che comincia così a percorrere la strada della libera condivisione (negli altri paesi europei già cominciata da anni) che aumenterà la musica live nei locali italiani e la possibilità di esibirsi di più live agli artisti emergenti, nonché poter permettere a chi è già affermato di poter far utilizzare gratuitamente le proprie opere in eventi senza scopo di lucro.
Il testo ha anche l’obiettivo di semplificare la gestione del copyright
a livello continentale, soprattutto per quanto riguarda gli usi online (streaming, vendita in formato digitale ecc.) in tutti i paesi europei. L’unico problema è capire quando la legge italiana e quindi la SIAE recepirà il testo e lo metterà in pratica. Uno dei modi per ovviare a questo problema,
per chi da subito volesse usufruire di questa possibilità, è quello di registrare le proprie opere in una delle SGC che aderiscono da subito a questo
progetto pilota, ad esempio la francese SACEM, rendendone opzionale l’utilizzo. In Italia a gestire la SACEM sarà comunque la SIAE ma in tal caso, sarà la stessa SIAE a non risultare idonea nella gestione delle opere della SACEM, e a dover in qualche modo prendersi in carico il problema.[divider]
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