
Maxi- Multa per l’Italia che dal 2000 non è riuscita a mettersi in regola con scarichi fognari e depuratori di più di 70 agglomerati urbani: 25 milioni da pagare subito più altri 30 per ogni semestre di ritardo.
L’Ue questa volta non perdona una situazione che va avanti da più di 18 anni: è dal 2000 che il Bel Paese non è in regola con il trattamento dei rifiuti e delle acque reflue. Sotto inchiesta 74 agglomerati urbani sparsi in 18 regioni italiane nei quali lo smistamento rifiuti, i depuratori e gli scarichi fognari sono assenti o inadeguati. Le uniche due regioni in cui tutti gli agglomerati urbani rispettano le norme stabilite dall’Ue sono l’Emilia Romagna ed il Molise. Questi i motivi che hanno portato la Corte di Giustizia dell’Ue a punire l’Italia con una maxi- multa dell’importo di 25 milioni di euro più altri 30.112.500 per ogni semestre di ritardo nell’adeguarsi alle norme in materia di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane.
I giudici avevano già nel 2012 constatato una prima inadempienza del nostro Paese alle norme europee in materia, concedendo del tempo, fino alla data limite dell’11 Febbraio 2016, per rimettersi al passo delle leggi e degli altri stati membri. Tale incapacità di rimettersi in carreggiata ha poi portato la Commissione Europea ad un secondo ricorso alla Corte, chiedendo di multare Roma. Per l’Europa l’inadempienza italiana risulta grave, non solo perchè è dura da ben più di sei anni, ma perchè rappresenta un grave rischio per la salute dei cittadini italiani ed europei ed un grave danno all’ambiente.
I Radicali Italiani dichiarano:”Siamo stati facili profeti” […] “da anni diciamo che, prima o poi, sulla questione delle acque reflue il nostro Paese avrebbe pagato il conto della propria inottemperanza agli obblighi derivanti dalle direttive europee. Nei prossimi giorni – spiega in una nota Massimiliano Iervolino, membro della direzione di Radicali Italiani – depositeremo una denuncia alla Corte dei conti affinché i responsabili di questo danno erariale possano rispondere di persona così da evitare che tali somme vengano versate dagli ignari cittadini”.