Nel 1939 nasceva la Mostra d’Oltremare, monumentale e storico spazio espositivo napoletano. Dopo oltre 30 anni di attività “chiuse”, sabato 10 maggio ne è stata inaugurata l’apertura alla città e ai turisti con un programma di musica, eventi per bambini, tour culturali e spazi liberi dove praticare sport; inoltre tutti potranno usufruire del parco e conoscere le strutture architettoniche tipiche d’inizio secolo che lo caratterizzano. Il primo week end, 10 e 11 maggio, ha registrato presenze per oltre 20.000 persone che sono entrate nella struttura pagando 1 euro, «Il grande successo di questa iniziativa – spiega il presidente della Mostra d’Oltremare Andrea Rea – non è solo relativo ai grandi numeri che hanno premiato la nostra scelta di apertura, ma soprattutto la soddisfazione dei cittadini. Tutti sono stati molto felici di pagare un euro per ritrovare i luoghi della Mostra d’Oltremare e quindi di potere usufruire di uno spazio da tempo chiuso al pubblico. Siamo convinti di avere fatto la cosa giusta». Gli orari di fruizione sono: nei giorni feriali dalle 7 alle 21 e nei fine settimana dalle 7 alle 24, inoltre è stata creata un’ app, un sistema di geo-localizzazione, che consentirà di godere al meglio degli spazi espositivi gratuiti. Saranno in particolar modo quattro le aree che ospiteranno gli eventi della Mostra d’Oltremare per tutta l’estate: America Latina, Ristorante della Piscina, Fontana dell’esedra e il Music Hub, un nuovo punto di incontro per gli amanti della musica. Una vera svolta per la città che si riappropria di uno dei luoghi più grandi che contiene: 3 teatri, 2 piscine, una fontana monumentale e vari padiglioni che sono espressione del primo razionalismo architettonico con citazioni mediterranee di grande prestigio. «Quale città al mondo ha questo patrimonio architettonico al centro della città? Siamo fiduciosi, anzi, sicuri sulla grande risposta che arriverà della città: diventerà lo spazio della qualità per il tempo libero sia per i turisti che per i napoletani»,conclude Rea.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui