
Si è spento all’età di novant’anni
Era indiscutibilmente l’uomo del cambiamento, della rivoluzione, un leader carismatico come solo pochi sanno fare che ha agito al momento giusto contro i potenti dell’imperialismo per difendere la sua patria. Fidel Castro leader cubano è morto stanotte alle 22:29 a Cuba a causa di una grave malattia che lo affliggeva già da molto tempo, aveva 90 anni. A darne la notizia il fratello Raul Castro, a cui aveva lasciato tutti i poteri nel 2008 a causa proprio dei suoi problemi di salute. Raul è apparso in tv molto commosso salutando il fratello con la famosa frase:” Hasta la Victoria Siempre“; il corpo sarà cremato nelle prossime ore.
Protagonista della rivoluzione cubana
Sessanta sono gli anni che lo hanno visto protagonista dell’Avana; tra realtà e mito si è contraddistinto per la sua lotta ai potenti per rendere il suo popolo libero dalle oppressioni. Nel gennaio 1959 salì al potere e fu protagonista di una guerriglia affiancato anche dall’amico Ernesto Che Guevara. La rivoluzione portò finalmente la libertà al popolo cubano e alla sua fama come leader scomodo per l’occidente. Il suo schieramento politico comunista e il sostegno all’URSS contribuì subito ad innescare un forte attrito con gli USA. La sua aspra lotta portò all’espropriazione delle compagnie statunitensi dalla terra cubana e il suo popolo lo identificò come il leader maximo in grado di contrastare la più grande potenza mondiale vicina.
Nel 1961 riuscì a sconfiggere nella Baia dei Porci, un tentativo di rovescio del regime da parte di mercenari addestrati dalla CIA, proprio nell’insediarsi del Governo Kennedy che però non si schierò a favore dell’assalto cubano. Per le sue idee politiche Fidel Castro è stato sempre vittima di attentati ed è addirittura sopravvissuto a più di 600 tentativi contro di lui da parte di altri Stati e ribelli.
Una dittatura con pregi e difetti
La rinascita di Cuba parte dalla sua lotta all’analfabetismo, dal 1960 va dato a lui il merito della scolarizzazione delle zone rurali dell’isola che ha cambiato la vita e il futuro della sua gente. Ma purtroppo, come in tutti i regimi dittatoriali, anche all’interno del suo popolo iniziarono i dissensi causati dai tantissimi problemi legati al suo potere, che apportò non solo vantaggi ma anche numerosi problemi di integrazione. Con il passare degli anni, i problemi di libertà dovuti al divieto di espatriare altrove, hanno scisso la comunità cubana che vedeva ormai il mondo andare avanti e sentiva il bisogno di evolversi e ristabilire quei rapporti fondamentali con gli Stati Uniti. Proprio il divieto di espatrio ha portato molti civili a fuggire da Cuba e i dissensi sono cresciuti portando ormai Fidel Castro ad essere amato e odiato nello stesso tempo da varie fazioni diverse della sua stessa gente.
L’apertura politica con l’adeguarsi dei tempi
Nel 1996 Fidel Castro riapre anche i rapporti con la Chiesa Cattolica incontrando il Papa, Giovanni Paolo II, che nel 1998 si recò poi a Cuba e fu accolto da Fidel Castro con la liberazione in suo onore di ben 106 detenuti. Una grande apertura politica e umana del dittatore tanto amato e temuto all’estero.
Negli ultimi anni di vita aveva riaperto anche i rapporti con gli USA e con il Presidente uscente Barack Obama, e addirittura aveva a superato apertamente anche i suoi pregiudizi verso gli omosessuali che aveva fatto perseguire per molti anni perchè considerati contro il regime e contro la rivoluzione.
Oggi tutti lo ricordano sui social, e le sue foto più belle lo mostrano da giovane con la barba lunga, il sigaro in bocca e con la divisa; in piedi su una Jeep mentre fa le sue orazioni in pubblico e mentre sorride, in una delle sue foto più belle proprio con l’amico Ernesto Che Guevara con cui condivideva molti valori.