
Un susseguirsi di notizie e di ipotesi in queste ore per quello che è successo a Milano nella notte di lunedì. Intorno alla mezzanotte, infatti, in via Novaro (zona Affori, a nord del capoluogo lombardo) due giovani sono precipitati dal settimo piano di un palazzo. Si tratta di un ventenne brasiliano, adottato da una famiglia milanese, e di una ragazza italiana di 19 anni. Niente da fare per Alessandra Pelizzi che è morta sul colpo, mentre Pietro Di Paola è deceduto alle 9 di ieri mattina all’ospedale San Gerardo di Monza. I sentimenti che prevalgono solo la rabbia e la disperazione, soprattutto per la famiglia Pelizzi. Alessandra, infatti, era figlia unica ed i genitori, i conoscenti e gli amici non riescono a darsi pace e a trovare un senso a ciò che è accaduto. Alessandra cosa ci faceva da sola con Pietro dopo che la relazione tra i due era giunta al termine? Perché gli amici presenti alla festa che si teneva nell’appartamento del giovane non sono intervenuti dopo aver sentito le urla e le richieste di aiuto della ragazza? Sono tante le domande senza una risposta. Per il momento, la pista più accreditata per gli inquirenti è quella dell’omicidio-suicidio. Il sospetto che Di Paola abbia gettato nel vuoto l’ex fidanzata per poi seguirla diventa sempre più forte. Confermata dalla dichiarazioni di una vicina di casa che racconta: “Ho visto bene. Erano sul balcone, hanno litigato e lui l’ha trascinata giù con sé. Lei gridava aiuto. Abbiamo chiamato la polizia e poco dopo abbiamo sentito un rumore terribile. Un tonfo agghiacciante”. Ora come ora vi è un’unica certezza, ovvero il forte disagio del ragazzo brasiliano per essere stato adottato. Forse non si sentiva all’altezza della vita condotta dalla sua famiglia adottiva, fatto sta che aveva già cercato di togliersi la vita in passato e gli scritti trovati nella sua abitazione confermano il suo malessere. Le indagini restano aperte.