
Massimo Boldi spegne 80 candeline… “tatata tachicardia!”. Un traguardo importante per uno dei volti più amati della comicità italiana, capace di attraversare generazioni mantenendo intatta quella sua inconfondibile miscela di ingenuità, ritmo comico e irresistibile milanesità. Dietro il sorriso contagioso del “Cipollino” nazionale, però, si nasconde una carriera fatta di sacrifici, prove dure e grandi affetti, che hanno segnato profondamente la sua vita.
“Care amiche, cari amici, Cary Grant, Gari Baldini e Gary Cooper”, la sua avventura artistica inizia nei primi anni ’70 come batterista nei locali della Milano beat, nel rinomato Derby Club, fucina di quasi tutto l’arsenale comico milanese: da Enzo Jannacci a Cochi e Renato, da Diego Abatantuono a Teo Teocoli, da Giorgio Faletti a Mauro Di Francesco.

Ma è con il piccolo schermo che arriva la svolta. Grazie a varietà come Drive In e Fantastico, Boldi si impone come un talento unico, capace di portare sullo schermo un umorismo surreale, basato su giochi di parole, tempi comici perfetti e quella bonaria goffaggine che diventerà il suo marchio di fabbrica.

Negli anni ’90, il sodalizio con il suo grande amico Christian De Sica darà vita ad una stagione cinematografica irripetibile: i cinepanettoni, una vera e propria fenomenologia da ispirare tesi di laurea e libri di scrittori internazionali. Amati dal pubblico e, purtroppo, spesso e gratuitamente, stroncati dalla critica, quei film però hanno rappresentato molto più di semplici commedie natalizie, perché essi erano lo specchio di un’Italia che voleva ridere di sé stessa, senza troppe pretese, ma con tanta voglia di leggerezza; sensazioni che purtroppo, per via dell’ipocrisia del “politically correct”, non si riescono a vivere più. E’ finita un’epoca, “bestia che roba!”.
Con De Sica, Boldi ha condiviso non solo il set, ma un’amicizia autentica, fatta di alti e bassi, separazioni e riconciliazioni sincere. Oggi, a 80 anni, i due “Amici come prima” sono tornati fianco a fianco, come due vecchi compagni di scuola che si tengono per mano: “Chri” e “Massimì”, come si chiamano affettuosamente tra loro.

Non sono mancati però i momenti bui. La morte della tanto amata moglie Marisa, nel 2004, ha lasciato una ferita profonda nella vita di uomo, di padre e di attore. “Mi ha cambiato tutto”, ha dichiarato più volte. Eppure, anche in quel dolore, Boldi ha trovato la forza di non smettere di far sorridere gli altri. Oggi Massimo festeggia con le sue tre figlie, Manuela, Micaela e Marta, i nipoti, e il suo pubblico tutto che continua ad amarlo. A 80 anni, non ha perso la voglia di divertirsi né quella di sorprendere.

Auguri, Cipollino. Sei come un tram “dela bela e vecia Milan”: magari cigoli un po’ e prendi qualche curva larga, ma arrivi sempre a destinazione, portando con te risate, ricordi e un cuore “grande così… ma non guardà le mani, guarda li bracci!”.
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