
Napoli e maltempo non è un binomio che si ripete spesso, ma stavolta la notizia è davvero sulla bocca di tutti: dopo i violenti temporali dell’ultima settimana la città è rimasta completamente bloccata, e le conseguenze sono ancora palpabili a distanza di diversi giorni.
Nella provincia del capoluogo campano, i danni sono da attribuire soprattutto alla mancata manutenzione di alcuni edifici, poiché sono numerose le testimonianze di tetti che, saldati in malo modo al resto del palazzo, a causa del vento si sono staccati per poi volare via. Un esempio esplicativo arriva da San Giorgio a Cremano, dove un tetto in ferro si è letteralmente volatilizzato, come documentato da numerosi di video successivamente condivisi sui social network.
Va detto, però, che questo tipo di eventi sono capitati in tutte le zone d’Italia dove il maltempo ha colpito, dimostrando che, probabilmente, si trattava di un problema insormontabile per i piccoli comuni italiani, dove le misure di sicurezza per la pioggia spesso non sono considerate una priorità.
In città, invece, il problema è stato causato prevalentemente dagli alberi che, staccatisi dal terreno alla radice, sono crollati sulle strade, sui palazzi e sulle automobili, causando numerosissimi danni e portando alla morte di un 21enne casertano che, al termine delle lezioni di ingegneria della Federico II, si stava dirigendo a casa.
Intere strade sono rimaste bloccate per giorni, e ancora adesso ci sono seri problemi di viabilità nella zona ospedaliera e nei pressi dei Colli Aminei, dove gli alberi dell’intero viale sono crollati, distruggendo numerose macchine e rendendo difficile la liberazione del passaggio.
Gli ingenti danni alle strade, il pericolo portato dagli alberi ancora pericolanti e l’allerta meteo di livello arancione hanno dunque costretto il sindaco De Magistris, insieme ai restanti enti comunali a richiamare un’assemblea di emergenza che ha portato alla chiusura delle scuole di ogni grado per il 30 ottobre, decisione presa nelle ore precedenti anche da altri sindaci nell’hinterland campano e napoletano.
Un problema che ha dunque preso in contropiede l’intera nazione, causando morti, feriti ed un disagio generale in tema di trasporti e strutture.
In parte, è impossibile non dare la colpa alle amministrazioni in capaci quantomeno di rispondere per tempo al problema, ma d’altro canto sembrava davvero impossibile prevedere una tale irruenza capace letteralmente di spazzare via tetti, cornicioni di palazzi ed alberi.
L’unica vera accusa che si potrebbe muovere in questi giorni post-disastro, dove ci si lecca le ferite e si cerca di rimettere in piedi il possibile, è da imputare al governo: sono stati organizzati, infatti, dei numeri solidali esclusivamente per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria, con nessuna menzione per la Calabria, la Campania e la Sicilia, dove il maltempo ha fatto altrettanti danni.
Anche in situazioni disastrate come queste, quindi, si riesce a fare differenza tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.