In Italia sono oltre 5.000 gli studenti e le studentesse che vivono nei Collegi Universitari riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca, presenti in 18 città. Negli ultimi anni il sistema è cresciuto in modo significativo: tra il 2017 e il 2022 le borse di studio complessive sono aumentate dell’81%, quelle parziali del 60%, per un totale di oltre 26,5 milioni di euro stanziati.
A restituire una fotografia aggiornata di questa realtà è la nuova edizione del Rapporto sulla residenzialità universitaria in Italia, curata dal Centro Studi IPE per la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito (CCUM). Il documento evidenzia un’università in ripresa dopo la pandemia e riconosce nei Collegi un modello capace di unire qualità formativa, accesso equo e inserimento professionale rapido.
Gli studenti che vivono nei Collegi si laureano mediamente a 24,4 anni (contro i 25,7 della media nazionale), con voti più alti (108/110 rispetto a 104/110) e più spesso nei tempi previsti (76% contro il 62% del totale nazionale). A incidere positivamente è anche l’offerta di attività integrative: ogni anno vengono erogate oltre 20.000 ore di formazione complementare, che arricchiscono il percorso accademico con competenze culturali e trasversali.
Gli effetti si vedono anche nel percorso post-laurea: a cinque anni dal titolo, il 98% degli ex-collegiali è occupato, con una retribuzione media di 2.400 euro netti al mese, a fronte di una media nazionale di 1.750 euro e di un tasso di occupazione dell’88% (dati Almalaurea).
Nei Collegi cresce la presenza di studenti internazionali (14% del totale, contro il 2% della media nazionale) e di studentesse. L’accesso è sostenuto da un sistema di borse di studio capillare, che contribuisce a favorire la mobilità sociale e a garantire opportunità anche a chi proviene da contesti meno favoriti.
Secondo Serena Affuso, ricercatrice del Centro Studi IPE, “la residenzialità universitaria di merito si conferma un motore di coesione e di valorizzazione del capitale umano. Spesso il costo medio per l’alloggio in Collegio è inferiore a quello di un affitto privato, con l’aggiunta di servizi formativi e residenziali inclusi.”
Il Rapporto segnala una crescita significativa nel Mezzogiorno, dove i Collegi raggiungono il 100% di occupazione dei posti disponibili. Qui il 62% degli studenti si laurea in corso (contro il 51% nazionale) e l’81% trova lavoro entro pochi mesi dal titolo. A cinque anni, il tasso di occupazione arriva al 98% e le retribuzioni superano del 37% la media nazionale. Elevata anche la diffusione di competenze trasversali, come leadership, lavoro di squadra e public speaking, con tassi di soddisfazione oltre l’85%.
L’indagine su 1.500 ex-collegiali conferma la capacità del sistema di offrire migliori prospettive lavorative e di vita rispetto alla media. I Collegi Universitari di Merito si confermano così un contesto in cui il talento può crescere e trovare spazio, contribuendo alla formazione di una nuova generazione di professionisti preparati e consapevoli.