
Intercapedine: spazio d’aria interposto tra due pareti verticali parallele.
Tra le due pareti verticali e parallele si svolge l’intera piece teatrale che vede protagonisti Giulia (Vanessa Scalera), Sandra (Daniela Marra) e Luca (Giovanni Anzaldo) al centro di questo dramma familiare per la scritto da Filippo Gili, per laregia di Francesco Frangipane, andato in scena al Teatro Diana di Napoli.
I tre oltre a condividere lo stesso sangue, condividono anche lo stesso fardello: luca 8 anni prima ha investito e ucciso una donna perché in stato di ebbrezza e sotto effetto di droga e sconta ora gli ultimi mesi della pena agli arresti domiciliari a casa della sorella minore, Sandra.
La sorella migliore e maggiore, Giulia che è anche l’avvocato difensore del suo stesso fratello, apre uno spazio nell’intercapedine, un varco tra le crepe: cosa succederebbe se si venisse a sapere che la donna investita e uccisa da Luca fosse stata una malata terminale?
Un’ipotesi? no è la realtà e a svelarla è la sorella-avvocato.
Una realtà che esiste da sempre ma che solo ora viene fuori…
Un’omissione che è costata 8 anni di carcere a Luca e che ha sgretolato gli equilibri familiari di cui si raccolgono i cocci.
La brillante interpretazione degli interpreti tutti, non da brio ad un testo che rimane piuttosto piatto nonostante l’interessante spunto di partenza.
La vena intimista e psicanalitica che tenta di indagare negli anfratti dei rapporti familiari, alzando la polvere da sotto il tappeto, rischia di essere un deja vu che si incaglia in dialoghi che non rendono giustizia al talento degli attori in scena.