
È difficile negare che la Cina stia oramai riorientando la sua politica estera in direzione espansionistica ed offensiva sul piano economico in funzione anti-americana. Dopo aver conquistato il Tibet, Macao, Hong Kong e dopo essere riuscita ad isolare diplomaticamente Taiwan, la sua priorità principale adesso è quella di conseguire l’egemonia sul continente asiatico.
Pechino diventa il primo partner commerciale di molti Paesi europei, tra cui la Germania. La Cina entra nell’anno del serpente battendo gli Stati Uniti su un fronte cruciale per Washington: il commercio.
La somma di importazioni ed esportazioni americane nel 2012, secondo i dati pubblicati dal dipartimento del Commercio, ammonta a 3.820 miliardi di dollari, contro i 3.870 miliardi riportati da Pechino. Gli Stati Uniti perdono così un primato che detenevano dalla fine della Seconda guerra mondiale. La supremazia cinese si evidenzia considerando la differenza tra export e import. La Cina infatti ha messo a segno un avanzo di 231,1 miliardi, mentre gli Stati Uniti hanno registrato un disavanzo di 727,9 miliardi.

Pechino è diventato il maggiore esportatore mondiale nel 2009, nonostante il calo delle esportazioni nei Paesi occidentali più colpiti dalla crisi finanziaria. Considerando soltanto le importazioni, invece, il primato resta agli Stati Uniti, con 2.280 miliardi (contro 1.820 miliardi per la Cina).
Entro il 2020, secondo Jim O’Neill , analista di Goldman Sachs Group, le esportazioni tedesche in Cina saranno raddoppiate rispetto a quelle dirette in Francia. “Per molti Paesi in tutto il mondo la Cina sta diventando rapidamente il partner commerciale più importante”, ha spiegato O’Neill a Bloomberg, sottolineando che andando avanti di questo passo sempre più Paesi europei privilegeranno una partnership con Pechino, snobbando le Nazioni più vicine.
E mentre Pechino segna un nuovo record, Bruxelles apre le porte a Washington. Nella bozza finale del summit Ue sul bilancio, i leader europei hanno concordato di sostenere l’avvio del negoziato commerciale bilaterale tra Ue e Stati Uniti per un’area transatlantica di libero scambio. I leader europei sperano che l’accordo, considerato anche come un contrappeso all’avanzata commerciale cinese, possa aiutare il Vecchio continente a riprendersi più velocemente dalla crisi.