
John Fante e il rapporto con il padre è il tema centrale del Festival letterario di carattere internazionale che si tiene ogni anno a Torricella Peligna (CH). Giunto alla sua X edizione”Il Dio di mio padre” vedrà impegnati scrittori e pubblico nella riflessione e nell’approfondimento delle opere di Fante nelle giornate del 21-22-23 agosto. Il Festival letterario è dedicato alla figura di John Fante (1909-1983), scrittore di origini italiane: nasce a Denver, Colorado, ma le sue radici sono italiane. Il padre, Nick, è un semplice muratore che nasce a Torricella Peligna e migra in America agli inizi del ‘900, è lì che incontra e sposa Mary Capolungo, una italo-americana cattolica di Chicago. Le origini di Fante, uno degli scrittori più importanti della letteratura americana, alla stregua di Hemingway e Faulkner, sono qui, in abruzzo. Parafrasando Bukowsky, si tratta dello scrittore più maledetto d’America.
Prevista la partecipazione della figlia dello scrittore, Victoria Cohen Fante, e quella di Eugenio Finardi, Giancarlo De Cataldo, Teresa De Sio e Wanda Marasco. Per chi ancora non lo sapesse, il titolo del Festival rimanda all’omonimo racconto Il Dio di mio padre pubblicato da Fante nel 1975 in una rivista di scritti italo-americani, e nel 1985 entrerà nella raccolta “The Wine of Youth”. In questo racconto la presenza della figura paterna è centrale, e infatti lo scrittore fa di essa un simbolo, un elemento centrale della propria discendenza, e forse del legame con l’abruzzo e l’Italia. In una lettera del 1954 Fante riferiva così, parlando della figura paterna, in una lettera a Stan e Howard: “Era uno scandaloso dongiovanni quando c’erano delle signore, e anche se dentro di lui il fuoco era estinto, c’erano ancora dei carboni ardenti sotto la cenere, e ogni tanto un vento che diffondeva un profumo seducente faceva fumare le braci che emanavano un calore molto forte.” Il festival nasce innanzitutto con l’obiettivo di valorizzare le opere di Fante, che negli ultimi anni hanno riscontrato un discreto successo di lettori, alimentare e promuovere la critica e la ricerca letteraria così come l’incontro tra culture. L’evento è giunto alla sua X edizione e vanta, in quelle passate, della partecipazione di scrittori di punta nel panorama letterario nazionale, come quella di Alessio Romano che quest’anno parlerà della sua ultima opera “Solo sigari quando è festa” (Bompiani, 2014) e Wanda Marasco che presenterà il suo romanzo finalista al Premio Strega 2015 “Il genio dell’abbandono” (Neri Pozza, 2015). Sono in programma (scaricabile dal sito ufficiale) una serie di incontri con scrittori e studiosi che hanno dedicato a John Fante una parte delle proprie ricerche. Tra questi Fabio Florio, autore della biografia “John Fante. Storia di un italiano in America” (Easyread, 2014), Giorgio Santangelo con la tesi di laurea “Uno scrittore di verità. John Fante e la finzione autobiografica.”, Antonio D’amico, autore di “John Fante al liceo”.
Il festival offre anche la possibilità a scrittori noti e meno noti di far conoscere i propri racconti con il Concorso racconti inediti: la confraternita del vino. I Finalisti sono: Roberto De Ficis, Ruben Toms, Silvana Rovito, Michele Di Mauro, Andrea Tomassetti, Anacleta Camaioni, Annalisa Giuliani, Massimo Carulli, Ezio Bedani, Carmen Morisi, Cecilia Di Paolo.
L’altro premia una prima pubblicazione. E’ il concorso John Fante Opera Prima, ecco i finalisti di questa edizione: Enrico Ianniello con “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” (Feltrinelli, 2015), Nadia Terranova con “Gli anni al contrario” (Einaudi, 2015), Mario Pistacchio e Laura Toffanello con “L’estate del cane bambino” (66thand2nd, 2014). La giuria tecnica è composta da Francesco Durante, presidente del Premio John Fante, critico letterario, docente di Letteratura italoamericana, Maria Ida Gaeta, direttrice Casa delle Letterature di Roma, Masolino D’Amico, critico letterario e docente di Letteratura inglese, Mario Cimini, docente di Letteratura italiana.
Perché partecipare?
Perché “Il Dio di mio padre” pone la letteratura come sua unica protagonista, da voce ad una tematica contemporanea di rilievo – il movimento migratorio come realtà che unisce passato e presente – e ci ricorda e segnala fortemente, a voce alta, chi è John Fante: un autore che merita di essere letto in primo luogo per la sua sferzante ironia. L’abruzzo ha partorito quello che viene definito oggi uno degli scrittori americani più significativi, per il suo stile, per il linguaggio adottato, per quelle opere in cui vivono la subalternità, la minoranza, il dolore. E soprattutto per la sua coraggiosa scelta di sacrificare ogni cosa pur di scrivere, lavorando negli ambienti più umili.
Durante il festival sarà possibile visitare due mostre tematiche: Mostra fotografica “Ritratti di scrittori”, a cura di Maria Mulas e “L’emigrazione italiana in un bicchiere di vino. Tra viti, vini e culture” a cura di Flavia Cristaldi, Sandra Leonardi e Delfina Licata.
Per scaricare il programma completo: http://www.johnfante.org/edizione2015