
Cuore ed orgoglio non bastano. Stavolta, la tradizione è stata sovvertita e la Nazionale, ad un passo dall’impresa, è stata eliminata dalla Germania ai rigori, dopo ben 18 esecuzioni. Se sulla carta, non c’era storia, nel rettangolo verde di gioco, l’Italia ha tenuto testa ad una formazione di grande caratura tecnica. Gomez, Muller, Ozil, Draxler, solo per citarne qualche esempio, dimostrano lo spessore di una nazionale, seconda a pochi.
Tuttavia i rimpianti, paradossalmente, ci sono. L’Italia, come prevedibile, ha badato prima al contenimento delle manovre offensive tedesche e poi a costruire azioni pericolose. Del resto, l’assenza di veri e propri playmakers, ha costretto Conte ad inserire Parolo regista, coadiuvato da Sturaro, Florenzi e De Sciglio sulle fasce. I rimpianti che Conte porta sulla coscienza sono principalmente due: il non aver inserito prima, forze fresche, in grado di poter mettere in difficoltà la retroguardia tedesca e l’aver scelto Zaza come rigorista.
L’ostinazione di Conte di puntare sempre e solo sui “titolarissimi”, non è andata giù a molti tifosi. Perché non puntare prima su Insigne, inserito solo alla fine del primo tempo supplementare, al posto di uno sfinito Edèr che, oramai da più di mezzora, aveva esaurito la benzina? Il buon Lorenzo, nella manciata di minuti che gli son stati concessi, ha dimostrato di essere, probabilmente, il calciatore più qualitativo dell’attacco azzurro. Negli ultimi 10 minuti con l’Irlanda, colpì il palo dopo appena 10 secondi dall’ingresso in campo. Ieri, nel secondo tempo supplementare, ha dapprima eluso la marcatura di Hummels e Boateng, nell’occasione sventata da Neuer e poi è stato freddo e cinico, nell’esecuzione dagli 11 metri. Certamente, a posteriori è facile giudicare, ma sarebbe stato giusto concedergli maggior spazio.
L’altro rimpianto che vede protagonista, l’ormai ex c.t della nazionale, Antonio Conte, consiste nella scelta di Zaza, come rigorista. Zaza, a dir la verità, di rigori, nella sua carriera professionistica, non ne ha calciati tantissimi. Sarebbe stato più opportuno inserire De Rossi o al massimo ElShaarawy, dotato certamente di più tecnica e stile, in confronto allo juventino.
Ma ormai, il dado è tratto. L’Italia esce a testa altissima dal confronto impari con la Germania ed ha dimostrato che nonostante tutto, può essere ancora protagonista.