

Ogni anno risulta sempre essere l’evento più atteso e frequentato dai giovani napoletani.
I padiglioni ed i giardini della Mostra d’Oltremare, che già da diverse edizioni ha preso il posto del Castel Sant’Elmo, sono stati invasi, dall’1 al 4 Maggio, da orde di adolescenti, fan sfegatati di manga giapponesi e fumetti nostrani per la sedicesima edizione del Comicon.
Ragazzi in abiti “civili” o travestiti dai propri personaggi preferiti – i cosiddetti cosplay – hanno riempito all’inverosimile la Mostra. Il maltempo purtroppo ha costretto quasi la totalità dei visitatori a rimanere al chiuso nei padiglioni e uscire solo a sprazzi per poter essere open air sul prato e godersi le altre attività previste.
Sudore, brufoli e ormoni di sedicenni sono stati il minimo comune denominatore dei quattro giorni in fiera: entrare nel padiglione dedicato ai giochi di ruolo con le carte o in quello dei videogiochi l’odore è quello di un festa di bimbiminkia catatonici davanti ad uno schermo ore ed ore la cui preoccupazione massima è quella di scovare e quindi bere una Red Bull.[divider]
L’atmosfera è festosa ed in concomitanza di appuntamenti con autori di spicco, l’attesa è motivo di racconto tra i visitatori: le strisce migliori, gli albi migliori, i personaggi preferiti.
In questa grande festa di settore si scoprono – per chi riesce a divincolarsi dalla folla – nuove case editrici indipendenti , nuovi e giovani autori e si scovano negli stand dei distributori chicche ed originali gadget.
Ma il Comicon non è solo una fiera del fumetto per giovanissimi. Molti infatti i quarantenni che cercano le vecchie e gloriose firme, i numeri introvabili e le memorabilia, snobbando i piccoli e giovani autori, preferendo loro i classici.
In tutto questo bailamme di colori, voci e odori c’è però da notare e rivelare un problema, risolvibile nelle prossime edizioni ma pur sempre grave e sintomo che c’è ancora da fare per rendere davvero la macchina organizzativa un caterpillar di caratura nazionale (e non un gigante dai piedi d’argilla come si è letto più volte sui social network).
Per permettere a una platea numerosa di appassionati di entrare e di partecipare alle numerose iniziative a calendario, il biglietto di 12 euro consentiva l’ingresso per tutti e quattro i giorni di fiera. Non era previsto invece alcun biglietto giornaliero. Questo ha creato però un flusso costante e sempre uguale a sè stesso di visitatori, complice anche e soprattutto la chiusura delle scuole per il ponte del Primo Maggio: oltre al costante caos questo è risultato essere deleterio anche per gli espositori; questi ultimi hanno difficilmente visto un ricambio di facce ai loro stand tale da favorire una costante vendita.[divider]
Questo elevatissimo numero di biglietti staccati già il primo giorno unitamente al maltempo hanno creato per ieri, ultimo giorno della manifestazione, un problema nell’emissione di ulteriori ticket. Nella giornata di sabato, infatti, si è saputo che non era più possibile acquistare biglietti per sopraggiunto numero massimo data la capienza della location. [divider]In definitiva biglietterie chiuse; avevano accesso solo quelli con l’abbonamento dei 4 giorni e col braccialetto integro al polso, gli accreditati Pro o la stampa e chi aveva acquistato in prevendita nei giorni scorsi il biglietto unico da 12 euro.
Evidenti le polemiche fuori ai cancelli e on line. L’organizzazione dice che per ragioni di sicurezza non può fare altro e che la comunicazione è stata data su “Il Mattino”. Adesso andate a dirlo ai bambini che con la pioggia dei giorni scorsi sono usciti di casa solo ieri o ai giovani studenti provenienti da fuori Napoli o comunque chiunque altro che per impegni propri aveva deciso di visitare i padiglioni l’ultimo giorno della rassegna e magari ha fatto centinaia di chilometri per arrivare a Fuorigrotta (provenendo da un posto dove “Il Mattino” non sanno neanche cosa sia). Per buona pace degli espositori che si sono visti bivaccare davanti ai propri stand le stesse facce anche l’ultimo giorno.
I padiglioni ed i giardini della Mostra d’Oltremare, che già da diverse edizioni ha preso il posto del Castel Sant’Elmo, sono stati invasi, dall’1 al 4 Maggio, da orde di adolescenti, fan sfegatati di manga giapponesi e fumetti nostrani per la sedicesima edizione del Comicon.
Ragazzi in abiti “civili” o travestiti dai propri personaggi preferiti – i cosiddetti cosplay – hanno riempito all’inverosimile la Mostra. Il maltempo purtroppo ha costretto quasi la totalità dei visitatori a rimanere al chiuso nei padiglioni e uscire solo a sprazzi per poter essere open air sul prato e godersi le altre attività previste.
Sudore, brufoli e ormoni di sedicenni sono stati il minimo comune denominatore dei quattro giorni in fiera: entrare nel padiglione dedicato ai giochi di ruolo con le carte o in quello dei videogiochi l’odore è quello di un festa di bimbiminkia catatonici davanti ad uno schermo ore ed ore la cui preoccupazione massima è quella di scovare e quindi bere una Red Bull.[divider]
L’atmosfera è festosa ed in concomitanza di appuntamenti con autori di spicco, l’attesa è motivo di racconto tra i visitatori: le strisce migliori, gli albi migliori, i personaggi preferiti.

In questa grande festa di settore si scoprono – per chi riesce a divincolarsi dalla folla – nuove case editrici indipendenti , nuovi e giovani autori e si scovano negli stand dei distributori chicche ed originali gadget.
Ma il Comicon non è solo una fiera del fumetto per giovanissimi. Molti infatti i quarantenni che cercano le vecchie e gloriose firme, i numeri introvabili e le memorabilia, snobbando i piccoli e giovani autori, preferendo loro i classici.
In tutto questo bailamme di colori, voci e odori c’è però da notare e rivelare un problema, risolvibile nelle prossime edizioni ma pur sempre grave e sintomo che c’è ancora da fare per rendere davvero la macchina organizzativa un caterpillar di caratura nazionale (e non un gigante dai piedi d’argilla come si è letto più volte sui social network).
Per permettere a una platea numerosa di appassionati di entrare e di partecipare alle numerose iniziative a calendario, il biglietto di 12 euro consentiva l’ingresso per tutti e quattro i giorni di fiera. Non era previsto invece alcun biglietto giornaliero. Questo ha creato però un flusso costante e sempre uguale a sè stesso di visitatori, complice anche e soprattutto la chiusura delle scuole per il ponte del Primo Maggio: oltre al costante caos questo è risultato essere deleterio anche per gli espositori; questi ultimi hanno difficilmente visto un ricambio di facce ai loro stand tale da favorire una costante vendita.[divider]


Evidenti le polemiche fuori ai cancelli e on line. L’organizzazione dice che per ragioni di sicurezza non può fare altro e che la comunicazione è stata data su “Il Mattino”. Adesso andate a dirlo ai bambini che con la pioggia dei giorni scorsi sono usciti di casa solo ieri o ai giovani studenti provenienti da fuori Napoli o comunque chiunque altro che per impegni propri aveva deciso di visitare i padiglioni l’ultimo giorno della rassegna e magari ha fatto centinaia di chilometri per arrivare a Fuorigrotta (provenendo da un posto dove “Il Mattino” non sanno neanche cosa sia). Per buona pace degli espositori che si sono visti bivaccare davanti ai propri stand le stesse facce anche l’ultimo giorno.