
All’alba di mercoledì 12 luglio, in piazza Municipio a Napoli, un incendio ha distrutto la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, installata dal 28 giugno scorso, un’icona dell’arte contemporanea italiana, lasciando dietro di sé solo ceneri e tristezza.
L’opera, ha spiegato l’autore, voleva rappresentare l’umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore: l’icona della bellezza che rigenera gli stracci che si trasformano in un’opera d’arte e ritornano a vivere. L’atto vandalico ha lasciato la città sgomenta e indignata. La distruzione dell’opera ha rappresentato non solo una perdita culturale, ma anche un attacco alla bellezza e alla storia di Napoli. La Venere degli stracci non era solo un’opera d’arte, ma un punto di riferimento per la città, un luogo di incontro e riflessione per i suoi abitanti, un simbolo di speranza e resilienza per la città di Napoli.
Individuato il presunto autore
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e le indagini sull’incendio doloso sono state avviate immediatamente risalendo in breve tempo, grazie alle telecamere di video-sorveglianza che hanno ripreso la scena dell’incendio, al presunto autore, Simone Isaia, rintracciato al centro di accoglienza in via Marina con in tasca cinque accendini con i quali presumibilmente ha avviato il rogo. Dopo la cattura, dall’interrogatorio, i giudici hanno confermato le responsabilità dell’uomo accusato di incendio doloso e distruzione di un bene culturale di rilevante importanza.
In risposta all’atto vandalico, numerose iniziative sono state avviate per commemorare l’opera distrutta e per difendere e proteggere la bellezza e l’arte, che sono parte integrante del tessuto sociale e culturale di ogni comunità ed il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha promesso che l’opera rinascerà.
Intanto, in piazza Municipio resta lo scheletro dell’opera e lo sconforto dei cittadini.