

Era già nell’aria da qualche giorno la volontà di “declinare” l’adozione della legge Valore Cultura per il Teatro San Carlo di Napoli e da ieri sera è ufficiale la posizione neutra: cda diviso, quattro soci fondatori dimissionari e De Magistris contro gli altri. La gestione, quindi, passa al ministero per i beni culturali.[divider] La norma serve a risanare la situazione debitoria delle fondazioni lirico-sinfoniche. È previsto un iter speciale a richiesta delle Fondazioni in stato di crisi, che possono – tra le altre opzioni previste – accedere a un fondo di 75 milioni di euro, che sarà gestito da un commissario straordinario. Per usufruire di questi soldi, bisogna presentare entro 90 giorni un piano industriale di risanamento e, tra l’altro, ridurre fino al 50% del personale tecnico amministrativo. Sono propri questi i punti salienti che al sindaco di Napoli, nonché presidente della Fondazione che gestisce il teatro, non sono andati a genio. Luigi de Magistris, però, si è trovato solo contro tutti, e in particolare contro il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, la Provincia, rappresentata dal deputato Luigi Cesaro, la Camera di Commercio, con il presidente Maurizio Maddaloni, e il rappresentante del ministero per i Beni culturali e turismo – Mibac , Riccardo Villari.[divider] La risposta del cda del 9 gennaio – termine di scadenza dell’adesione alla legge – non è stata né negativa né positiva, e ha provocato le dimissioni tra gli altri di Maurizio Maddaloni, vice presidente della Fonzazione Teatro San Carlo di Napoli, che ha agito in questo modo per non mettere in difficoltà il primo cittadino di Napoli. Il pericolo adesso è che, senza cda, il teatro storico della città di Napoli potrebbe essere inserito d’ufficio tra gli enti in crisi. [divider]Dalla parte del sindaco i rappresentanti del rsu dei lavoratori che hanno appoggiato la politica di De Magistris di non piegarsi alla esternalizzazione a discapito delle risorse interne. Una scelta nelle corde della politica dell’ex magistrato che fin dall’inizio del suo incarico da sindaco ha dichiarato “La stagione delle esternalizzazioni dei servizi deve finire. Potranno anche esserci consulenze esterne, ma saranno singoli casi e comunque delle eccezioni“.