
Ci sono luoghi che hanno un’anima quanto e più delle persone. Ci sono luoghi a cui ti affezioni, che riconosci come familiari, che ti evocano ricordi, sensazioni, ci sono luoghi che subiscono l’irreversibilità di accadimenti che li segnano per sempre. Uno stadio, un teatro, un ristorante, sedie, poltrone, tavoli, dipinti al muro, lampadari, oggetti. Cornice di incontri, confidenze, parole, dichiarazioni, litigi, imbarazzi, felicità e delusione. Finché ci sono tanti sentimenti diversi in questi luoghi c’è anche la libertà di esprimerli, finché un manipolo di terroristi armati non vi fa irruzione, sparando a zero sui civili, questi luoghi conservano la propria identità. Dopo questi spazi diventano lugubri scene del crimine, vengono citati da giornalisti, opinionisti e politici assieme alla conta dei morti, assieme a chi in quei luoghi ha perso tutto ed è così che quei luoghi vengono anch’essi brutalmente svuotati dell’anima.
Di seguito le riflessioni della redazione de Linkazzato.it sulla strage di Parigi, la città dell’amore, mutilata dalla furia cieca dell’odio. No alla violenza, no alla guerra, sì alla vita, sì alla libertà.
Come cittadino italiano, come cittadino europeo, ma soprattutto come persona umana, sono profondamente sconvolto per il triplice attentato che ha piegato, ieri sera, Parigi, da sempre, classificata come città romantica, città dove a trionfare, è l’amore. Purtroppo, questa stessa città, ieri ha fomentato odio, crudeltà, incubi, nessun Dio, nessun maestro, nessuna entità trascendente, esorta i propri sudditi ad uccidere: nessuna religione c’entra con tutto lo “schifo” che l’essere umano sta attuando.
Parigi: la città che più di tutte era nel mirino dei terroristi islamici, è stata colpita. Un atto di guerra dell’ISIS verso la Francia, accusata di bombardare donne e bambini in Siria. Oggi il paese è in lutto, e nonostante l’orrore, rimane unito e pronto a correre ai ripari. Hollande risponde agli attacchi dicendo: “Faremo una guerra implacabile ai terroristi”, Obama conforta la Francia, affermando: “Questa è una situazione che ci spezza il cuore”. Eppure non c’è clima di terrore nei francesi, non c’è paura, ma più rabbia e voglia di non piegarsi al terrore e a chi rivendica gli attacchi in nome di Allah. Notte insonne, dunque, a Parigi, per la seconda volta sotto attacco dopo la strage di Charlie Hebdo.
Ieri è morto l’uomo. O meglio, è morto l’umano dell’uomo. A Parigi, in Francia, e ovunque all’alba il gallo canti l’inizio di un nuovo giorno. Accade ogni volta che, ad esclusivo vantaggio dei disegni geopolitici dei grandi governi e delle economie nazionali, un capo di stato dichiara guerra ad uno, considerandolo suo acerrimo nemico. A questo punto, entra il giornalismo. Cosa fa, o dovrebbe fare, il giornalista serio? Raccontare una tragedia come quella della guerra nel modo più oggettivo che ci sia. Standone al di fuori, cercando di non parteggiare per nessuno, (Chi la spunterà stavolta, la benemerita Russia di Putin o la pseudo-neutrale Usa di Obama? Meglio Assad piuttosto che lo Stato Islamico?) Il giornalista serio e professionale dovrebbe soppesare le sue parole, prima di scrivere. Quello che racconta ma riflette anche, e che rispecchia la lucidità, il dolore e la commozione di un popolo attaccato, ma anche i punti di forza, la capacità di restare coesi, la speranza e ovviamente la sua posizione nel conflitto. Un giornalista serio farebbe questo.
‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella.
‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?
A quanto pare, non sono tutti d’accordo. Ed è per questo che Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, non esita a far uscire in prima pagina un titolo come “Bastardi islamici”, che, oltre ad essere assolutamente indecoroso e non professionale, istiga i lettori all’odio razziale e non tiene conto del fatto che negli attentati sono morti e muoiono ogni giorno tantissimi mussulmani. E’ successo in Francia, ed è successo anche a Beirut, in Libano, dove l’attentato ha provocato oltre 40 morti e 200 feriti. Succede continuamente in Siria, dove i civili vivono e muoiono nel terrore dei bombardamenti. Un’interpretazione a dir poco singolare, quella di Belpietro, dell’art.22 della Costituzione Italiana, che in merito alla libertà di stampa afferma: “Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”. Maso Notarianni, giornalista e blogger de ilfattoquotidiano.it, ha sporto denuncia contro quel titolo. Sul web è sorta la petizione, che è possibile firmare a questo link. Finché di fronte alla violenza ci sarà solo altra violenza, verbale o fisica, non ci sarà mai la vera libertà.”
Se ti tagliassero a pezzetti, il vento li raccoglierebbe, il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso e il polline di Dio, di Dio il sorriso…
E adesso aspetterò domani, per avere nostalgia signora libertà signorina fantasia così preziosa come il vino così gratis come la tristezza con la tua nuvola di dubbi e di bellezza – (Se Ti Tagliassero A Pezzetti F. De Andrè)