
La Borsa di Hong Kong lancia a sorpresa un’offerta di acquisto per il London Stock Exchange, la Borsa di Londra che controlla anche Piazza Affari e la piattaforma del mercato dei titoli di Stato.
La proposta di acquisto è di 32 miliardi di sterline per la borsa londinese, quasi 36 miliardi di euro.
La quotazione del colosso dopo la fusione sarebbe a Hong Kong.
Riunire le Borse di Hong Kong e Londra ridisegnerà l’assetto dei mercati dei capitali per i decenni a venire, le due borse quella londinese e quella asiatica creerebbero un mercato globale leader nel mondo che spazierebbe dall’oriente all’occidente.
Fondata nel 1801, London Stock Exchange è la principale piazza finanziaria europea per capitalizzazione, nonché una delle prime al mondo. Nel 2007 è avvenuta l’aggregazione con Borsa italiana.

La proposta d’acquisto è dunque un affare molto complicato. Il segretario commerciale britannico, Andrea Leadsom, ha infatti sottolineato sempre a Bloomberg come per un’acquisizione proveniente da Hong Kong, pur sempre una regione amministrativa speciale della Cina, non sarà facile eliminare gli ostacoli normativi. L’accordo è politicamente sensibile, il governo britannico esaminerà in modo approfondito ogni dettaglio riguardante la transazione al fine di evitare che non ci possano essere implicazioni per la sicurezza del Regno Unito.
La mossa asiatica potrebbe essere recepita come un chiaro tentativo da parte del Dragone di offrire a Londra, prossima a tagliare i ponti con l’Unione Europea, una ciambella di salvataggio che la avvicinerebbe alla grande Muraglia, allontanandola dai suoi storici alleati occidentali; dall’altro un tentativo in extremis cinese di ricucire il rapporto con la periferica Hong Kong, disegnando per la sua Borsa a un ruolo globale di primissimo piano.
Gli oppositori cinesi, hanno già insinuato che l’operazione possa essere un piano studiato dal Partito comunista cinese nel quartiere generale di Pechino, e che la fusione delle due Borse slegherebbe in un colpo solo due nodi ostici, regalando alla Cina un vantaggio nei confronti degli Stati Uniti e dell’intero Occidente.