
Ecco cosa può accadere (ed è accaduto) quando acquisti il noto Gentalyn Beta, farmaco indicato nel trattamento locale delle malattie della pelle.
Compri il Gentalyn Beta che costa 14,85 euro e ti ritrovi un tubetto con la scritta Epione, che è lo stesso farmaco di importazione parallela (dal Portogollo), che costa intorno ai 4/5 euro.
In pratica sul tubetto, originariamente nato con la scritta Epione, viene verniciata oppure appiccicato un adesivo con la nuova scritta Gentalyn Beta.

A prima vista sembrerebbe una truffa oppure una contraffazione, ma invece è tutto perfettamente legale.
Infatti come pubblicato su una Gazzetta ufficiale del 2012 “E’ autorizzata l’importazione parallela del medicinale EPIONE cream tube 30 g con numero di autorizzazione 9263004, il quale, per le motivazioni espresse in premessa, deve essere posto in commercio con la denominazione Gentalyn Beta e con le specificazioni di seguito indicate a condizione che siano valide ed efficaci al momento dell’entrata in vigore della presente Determinazione”.
Ma quello del Gentalyn Beta non è l’unico caso autorizzato in Italia, soltanto a titolo esemplificativo si può citare il noto “MuscoRil”, di cui circola anche la versione greca e di importazione parallela.

E non c’è nulla da meravigliarsi per questa autorizzazione, infatti Il farmaco, come qualsiasi altro bene o prodotto commerciale, può circolare all’interno del mercato dell’Unione Europea e dei paesi dello Spazio Economico Europeo(SEE), secondo ’ormai affermato principio della libera circolazione; il “mercato parallelo” dei farmaci può essere considerato come conseguenza dell’affermarsi di tale principio.
Ovviamente più un farmaco ha un prezzo basso in un determinato Paese, più l’ importatore avrà interesse ad importarlo per rivenderlo al prezzo più alto in Italia, lucrando quindi sulla notevole differenza di prezzo fra l’ acquisto del farmaco nel Paese originario e la vendita nel nuovo Paese, sfruttando la denominazione più conosciuta (nel caso Gentalyn Beta) che già gode di una certa preferenza e di una determinata penetrazione commerciale presso i consumatori, mentre invece il marchio Epione non lo conosce nessuno.
Tutto regolare anche da un punto di vista autorizzativo, per cui vige una sorta di principio di reciprocità: se un farmaco è autorizzato in un Paese membro della UE potrà circolare in qualsiasi altro Stato dell’Unione con un’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio Valutazione e Autorizzazione AIFA sulla base di una procedura proporzionalmente “semplificata” rispetto alla procedura di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) di un farmaco ex novo.
Il che, in soldoni, vuol dire che “se vale da te, vale anche da me”, ma con la conseguenza che se in un Paese le autorizzazioni sono “più facili”, potranno circolare liberamente anche in Italia, senza le autorizzazioni previste per il farmaco originariamente nato qui.
E già questo non va bene.
Ma c’è un altro ordine di problema: se un cliente acquista un farmaco proveniente da un altro Paese, dove (come nel caso del Gentalyn Beta) sarebbe stato pagato appena il 25% di quanto poi viene a costare in Italia e per di più, come prescrive la normativa europea, basta che sia “sostanzialmente analogo” a quello originale (quindi neanche proprio “uguale uguale”), chiamatemi pure pignolo ma IO LO VOGLIO SAPERE PRIMA DI ACQUSITARLO.
Poi sarà IO a decidere liberamente e , soprattutto, consapevolmente se acquistarlo o meno.
Questo dovrebbe essere proprio l’ABC dei diritto del consumatore, ma evidentemente è un principio troppo semplice per poter sopravvivere davanti agli interessi degli speculatori.
Ricordiamocene la prossima volta che andiamo in farmacia…