E’ raro che i fratelli Coen deludano lo spettatore. Che si tratti di un film con una storia non troppo forte o al contrario una grande avventura, il “come” fa sempre la differenza. “A proposito di Davis”, ultimo loro lavoro uscito in Italia il 6 febbraio, è uno di quelli dalla storia non troppo forte, uno di quei film che dai Coen ti aspetti raramente, eppure il risultato è tra i più convincenti. La storia fotografa un’America degli anni ’60, a cavallo tra la beat generation e le rivoluzioni sociali, e racconta di un certo movimento folk che cercava di farsi strada nel mondo prendendo come punto di partenza il Village di New York, il quartiere situato nella zona occidentale del centro di Manhattan da cui Bob Dylan avrebbe più tardi cambiato la storia della musica. Llewyn Davis è un gallese di origine italiana, dal carattere superbo, spigoloso che, perso nel modo più tragico il suo partner musicale, cerca di fare strada incidendo un disco da solista, “Inside Llewyn Davis”, anche il titolo originale della pellicola. [divider]In una settimana composta circolarmente, i Coen ci raccontano con dovizia di dettagli e una splendida New York invernale come scenografia, l’irregolare vita di Llewyn, costretto a cercare ogni giorno un letto in cui dormire, perché rifiuta il semplice “esistere” della famiglia e che, a causa del suo vivere giorno per giorno, si trova implicato in situazioni complicate e difficili da gestire. Tra incontri bizzarri, eventi spiacevoli, malinconiche giornate e senso d’impotenza, il cantautore folk, si troverà a Chicago da un importante produttore discografico pronto a proporgli il suo disco. E’ la scena più emozionante del film, il talentuoso Oscar Isacc canta, rigorosamente dal vivo, un pezzo del disco di Llewyn, una sedia, una chitarra e la voce, privo di qualsiasi altro appiglio, nudo davanti alle orecchie attente di Grossman che al termine della maestosa interpretazione afferma, “Non vedo soldi in questa roba”. Negli occhi di Llewyn, intere generazioni di artisti che vedono infrangersi in pochi minuti i loro sogni, il sarcastico e realistico mood dei Coen che colpisce ed affonda un intero mondo di musicisti.
Nemmeno di ritornare a fare il marinaio viene concesso all’artista, che privo di speranze decide di imbarcare con se i suoi sogni; si ritroverà a suonare per l’ennesima volta nel Gaslight Café, storico locale del Village, per racimolare un po’ di soldi ed affrontare una nuova fredda giornata newyorkese. Una perfetta poesia malinconica a suon di musica folk.
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giornalista pubblicista e addetto stampa precaria classe 1982. Laureata in Comunicazione, si è specializzata con un Master di I livello in “Professionista della Comunicazione nel mondo dello spettacolo” nel 2007 cominciando a lavorare subito nel campo degli uffici stampa di eventi e spettacoli. Consegue il tesserino da giornalista pubblicista con la testata Roma nel 2009. Attualmente cura gli uffici stampa della Tunnel Cabaret e Tunnel Produzioni, casa di produzione di Made in Sud e comici del calibro di Maria Bolignano, Alessandro Siani e Paolo Caiazzo; del C.s.i Gaiola Onlus, ente di volontariato per la protezione degli ambienti marini; lavora come freelance per eventi e lanci di nuove produzioni discografiche. Gestisce le sue settimane programmando di seguire concerti, eventi mondani, teatro radical chic. Concedendosi il lusso di cambiare fino all’ultimo minuto programma per andare a trovare il nipote di 6 mesi.