Saranno inaugurate oggi alla presenza di Dario Franceschini, neo Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, tre nuove domus ritrovate negli scavi archeologici di Pompei appena restaurate, quelle di Marco Lucrezio Frontone, Romolo e Remo e di Trittolemo. Ma facciamo un passo indietro: dopo le grosse polemiche sulla gestione, sui problemi relativi alla manutenzione e l’affidamento del sito archeologico ad un commissario esterno, a onor del vero il nuovo Ministro ha preso subito in carico i problemi di Pompei ed oggi ci mette la faccia. Prima parte di questa visita il briefing con il direttore generale del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato da Bruxelles Giovanni Nistri, lo staff di quest’ultimo e il soprintendente Massimo Osanna. «Su Pompei abbiamo i riflettori del mondo puntati addosso», ha affermato di recente Franceschini, «In questo caso il problema non è di risorse, ma di strutture, di capacità di fare le gare, di mantenere trasparenza e legalità per andare avanti nell’utilizzo dei fondi europei per il sito». E cita il parco archeologico campano come “una delle emergenze su cui sta lavorando”. E sul nuovo assetto organizzativo chiarisce un punto importante, «Non voglio rimettere in discussione l’assetto organizzativo. Si è costruito un equilibrio fra il Grande Progetto Pompei, che ha il compito di spendere le risorse che arrivano dall’Unione europea, e la Sovrintendenza speciale, che è appena nata perché è stata scorporata da quella di Napoli e che, invece, ha la gestione del sito e la gestione ordinaria. Io non voglio cambiare questo quadro. Sono state appena nominate due persone, il generale Nistri (direttore generale del Grande Progetto Pompei, ndr) qualche mese fa e il sovrintendente Osanna qualche settimana fa (sovrintendente di Pompei, ndr). Ed io sto lavorando perché ci sia una integrazione totale fra le due strutture che, pur avendo competenze diverse, non devono correre il rischio di sovrapposizioni». Idee molto chiare sembra averle anche nel campo della regolamentazione «Stiamo pensando ad una ridefinizione del quadro normativo per gli appalti per i beni culturali – ha detto in questi giorni il ministro -, nel rispetto delle regole comunitarie e della normativa sulla trasparenza e la legalità. Dobbiamo superare una volta per tutte la contrapposizione ideologica fra pubblico e privato nella cultura. Vorremmo introdurre una convenzione tipo, adeguata a tutti gli atti di liberalità, e al contempo varare una legge che preveda forti incentivi fiscali a privati e imprese che collaborino al recupero del nostro patrimonio». Con l’apertura delle tre domus ed un accordo tra le parti pare essere stata scongiurata anche l’eventualità di sciopero dei lavoratori del sito per il periodo pasquale.[divider] Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui