
Torna in libreria il capolavoro di Maria Orsini Natale “Francesca e Nunziata”, pubblicato nel 1995 e ora riedito da Sellerio.
“Questa edizione si presenta, come tutti i volumi della casa editrice palermitana, nel suo formato maneggevole e raffinato, con una nuova copertina, un’immagine che forse meglio presenta e rappresenta il fulcro dell’intero racconto, cambiando l’iconografica gouache partenopea (che fino al 2011 ha accompagnato il libro lungo il suo pur fotunato cammino) con un caldo ritratto di cui sono protagoniste due donne, suggestive e complici. Devo ringraziare il nostro agente letterario, Piergiorgio Nicolazzini, che col suo staff è artefice della rinascita del romanzo… che oggi grazie a lui ha davanti a sé nuovi orizzonti. Sono profondamente grato ad Antonio Sellerio, che ho sentito vibrare di una passione e di un entusiasmo che mi appartengono, e che non sono mai scontati. Coadiuvato dai suoi valenti collaboratori, si è lanciato in questa nuova avventura nel segno della difesa di una memoria che Maria Orsini Natale ha sempre cercato di preservare, armata di carta e penna… rigorosamente dall’inchiostro vermiglio.”
Queste le parole di Domenico Orsini, nipote e braccio destro di Maria Orsini Natale, oggi curatore del patrimonio letterario dell’autrice vesuviana.
Tua zia ha dato grande importanza alle donne, al ruolo femminile nella società. Perché le protagoniste del romanzo sono donne?
Raccontava di aver sempre visto lavorare delle donne. Nella nostra terra sono state le donne a portare avanti le case, così come le aziende, spesso vivendo all’ombra dei propri uomini… ma non è il caso di Francesca e Nunziata. Modernissime manager, molto determinate, soprattutto considerando che vivono in tempi patriarcali, riescono a primeggiare tra i pastai e spesso a tenere sotto scacco gli uomini! Non a caso il libro è stato studiato quale testimonianza dei primi esempi di imprenditoria femminile. E non dimentichiamo che i due personaggi riecheggiano proto imprenditrici realmente esistite e legate alla nostra famiglia.
In che epoca si svolge il romanzo?
Il racconto attraversa ben 100 anni di storia, a cavallo tra il XIX e il XX secolo (1849-1940), un periodo complesso per il nostro sud, di mutamenti e sconvolgimenti, che viene raccontato proprio con gli occhi di un sud depauperato. Una visione molto moderna di quei tempi così travagliati, soprattutto per gli anni in cui il romanzo venne pubblicato, visione oggi fortunatamente accolta.
Nella foto una scena dell’omonimo film di Lina Wertmüller tratto dal romanzo

Sinossi
Francesca impara l’arte del fare la pasta dal nonno Giuseppe, che “su una di quelle alture del la costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto” porta avanti una piccola attività a conduzione familiare. Ma la sua pasta diviene molto rinomata e richiesta, così il nonno, col fondamentale supporto del padre di Francesca, trasferisce azienda e famiglia a Torre Annunziata. Quella striscia di terra tra il Vesuvio e il mare, per la sua posizione geografica particolarmente favorevole, poteva giovare di un clima mite, di un porto adatto ai commerci, del fiume Sarno che muoveva le pale dei mulini e dell’abilità dei suoi artigiani, e diventerà ben presto capitale dell’arte bianca. La piccola impresa diventa uno dei più importanti opifici della zona per la produzione della pasta, al quale è a capo proprio Francesca. Ben presto diverrà una signora con cappello, carrozza e un marito nobile, che sarà il suo grande amore… ma anche la sua rovina. Francesca adotterà per voto un’orfanella di otto anni, Nunziata, che sarà l’unica dei figli ad affiancarla nel lavoro fin da bambina, ad ereditarne l‘arte, e a farne la sua personale fortuna… senza mai recidere il suo profondo legame con la famiglia di adozione.