
Dal 5 al 9 febbraio nella cornice del teatro Ariston, è andato in onda il 69° Festival di Sanremo.
Anche l’edizione 2019 ha avuto come direttore artistico, il cantautore Claudio Baglioni; ad affiancarlo nella conduzione c’erano Virginia Raffaele e Claudio Bisio.
I cantanti in gara scelti dalla commissione musicale del festival sono stati 22 ai cui vanno aggiunti i due vincitori delle serate di Sanremo Giovani. Dopo il successo della scorsa edizione, il direttore artistico ha scelto anche per questa edizione di non eliminare i 24 cantanti in gara.
Ogni serata del festival è stata introdotta da un pezzo di Baglioni: Via per la prima serata, Noi no per la seconda, W l’Inghilterra per la terza, Acqua dalla luna per la quarta ed E adesso la pubblicità per la quinta serata.
La regia è stata curata da Duccio Forzano, mentre la scenografia è stata realizzata da Francesca Montinaro. La direzione musicale è stata affidata per il secondo anno consecutivo a Geoff Westley, mentre la direzione delle parti di spettacolo è stata a cura del maestro Maurizio Filardo.
PODIO E CLASSIFICA SERATA FINALE:
1° Mahmood – Soldi
2° Ultimo – I Tuoi Particolari
3° Il Volo – Musica Che Resta
Loredana Bertè, Simone Cristicchi, Daniele Silvestri, Irama, Arisa, Achille Lauro, Enrico Nigiotti, Boomdabash, Ghemon, Ex-Otago, Motta, Francesco Renga, Paola Turci, The Zen Circus, Federica Carta e Shade, Nek, Negrita, Patty Pravo con Briga, Anna Tatangelo, Einar, Nino D’Angelo e Livio.
A differenza degli altri anni, in questa edizione gli ospiti erano tutti italiani: da Andrea e Matteo Bocelli passando per Giorgia, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Cocciante, Antonello Venditti, Umberto Tozzi, etc.
La scenografia di quest’anno è stata concepita ispirandosi al concetto di armonia. La struttura si sviluppa, infatti, con un fondale costituito da diversi tubi luminosi mobili che si adattano creando scenari diversi a seconda dell’esigenza. In luogo della tradizionale scalinata vi è una sorta di trampolino con una scala a scomparsa. Le due file poste di fronte al palco, inoltre, sono mobili. L’orchestra, infine, è situata in una buca posta dietro il palcoscenico e ricavata da alcuni spazi sotterranei mai utilizzati prima.
Apprezzabili gli inizi di ogni puntata, dove Claudio Baglioni ha cantato i suoi successi e i vari duetti con gli ospiti. Opinabile invece la conduzione sia di Virginia Raffaele che di Claudio Bisio che sono stati un pò troppo “ingessati” in questo ruolo. Ci saremo piuttosto aspettati di vedere le mille facce della Raffaele e di apprezzare le doti di showman di Bisio come in Zelig.
Si poteva fare di meglio anche con le scelte musicali: testi belli ma le performance non hanno reso i versi.
Abbiamo avuto un’edizione in cui c’è il Sanremo del Passato, il Sanremo nazional-popolare e il Sanremo degli sconosciuti.
Infine non sono mancate come sempre le polemiche, su tutte quella sul vincitore e sulle sue origini. Mahmood è Italiano e giudicare un artista in base alla sua nazionalità e non in base alla musica che fa, non è certo il migliore dei modi per esprimere un giudizio.
Ma si sa che il Festival è sempre contornato da luci ed ombre, basti vedere la reazione di Ultimo (2° classificato) in polemica con il voto espresso dalla sala stampa e la celebre contestazione degli orchestrali, quando nel 2010 in evidente disaccordo per la vittoria di Emanuele Filiberto e Pupo, decisero di strappare gli spartiti. Ma Sanremo è, sempre e comunque, Sanremo.