
L’Orso d’oro, uno tra i premi cinematografici più importanti al mondo assegnato nel corso del Festival internazionale del cinema di Berlino, quest’anno se lo aggiudica Jafar Panahi con la pellicola “Taxi”.
Il regista iraniano, una delle voci più critiche dell’opposizione al presidente Ahmadinejad, è stato condannato dal regime di Teheran a non uscire dal paese, non rilasciare interviste e in particolare a non girare film. Ma questo non ha impedito alla giuria del Festival di berlino 2015 del regista americano, Darren Aronofsky, di assegnare il premio prestigioso ad un film nel complesso semplice, ma di grande impatto. Semplice perché è stato realizzato da Panahi con l’ausilio di una telecamera posta sul cruscotto di un taxi, mezzo guidato dallo stesso regista che ha raccolto per le vie di Teheran tanti clienti, che con i loro racconti di vita quotidiana hanno mostrato uno spaccato del paese. n film impegnato, di denuncia, ma anche di amore e passione per il cinema. A ritirare l’Orso d’oro la nipotina del regista, la piccola Hana Saeidi, ripresa anche nel film, che emozionata e quasi in lacrime ha mostrato al pubblico il premio, dove c’era tra l’altro anche la moglie di Panahi, alla quale non sono permesse interviste e dichiarazioni. L’Orso d’argento Premio Gran Giuria invece è andato al film cileno “El Club” di Pablo Larrain, altro film forte visto che tratta degli abusi sessuali dentro la Chiesa. Nulla di fatto invece, per l’unica pellicola italiana in gara alla 65esima edizione della Berlinale, la regista Laura Bispuri con “Vergine giurata” non si aggiudica nessun premio ma nonostante ciò riceve un’ottima accoglienza alla proiezione.