

Max è tornato. E fa sul serio. A Miami non è bastata una strepitosa prima fila Ferrari in qualifica a contenere il campione del mondo, che si porta a casa un’altra vittoria – la 3° della stagione in 5 gare – e accorcia vistosamente in classifica sul leader iridato attuale, il ferrarista Charles Leclerc.
Mai realmente impensierito dalle rosse per l’intera gara, metà dell’opera l’olandese la compie al via, quando supera Sainz e spezza il blocco ferrarista al comando, mettendosi a caccia di Leclerc. Tempo 10 giri e Max porta l’attacco al ferrarista, sul dritto dell’arrivo, prendendosi la leadership in pista. E allora la gara scivola via con un battistrada imprendibile per tutti gli altri, che si contendono le briciole nel gruppo. Torna redivivo Carlos Sainz che, seppur beffato al via da Verstappen – e forse la chiave della corsa è tutta là – riesce a tenere almeno la 3° posizione e a non farsi sopravanzare dall’altro pilota Red Bull Checo Perez. Negli ultimi giri di gara – gara in definitiva piuttosto indigesta e a tratti noiosa – c’è tempo per qualche sussulto, con l’ingresso in pista della safety car a causa del maldestro incidente tra Lando Norris e Pierre Gasly, e Leclerc che per 2 giri, al massimo 3, crede nel colpaccio, approfittando del distacco improvvisamente azzerato. Ma il miracolo non succede e Verstappen taglia il traguardo portandosi a casa anche il punto addizionale per il giro più veloce in gara. Sul podio anche le due Ferrari di Leclerc (2°) e Sainz (3°). Appena giù dal podio Perez (4°), l’ottimo Russell (5°), ancora una volta terminato davanti al pluridecorato compagno di squadra Lewis Hamilton, apparso in netta ripresa.
In classifica piloti comanda ancora Leclerc, ma Verstappen segue ormai a ruota a -19. In classifica costruttori la Ferrari ancora al comando a +6 sulla Red Bull.

MIAMI, LA FORMULA 1 E IL GLAMOUR
Luci, paillettes, yachts attraccati a pontili posticci, adagiati su di un finto mare, moto della polizia a scortare i piloti sino al podio. E poi le celebrità, tanti VIP: da Michael Jordan a David Beckham, dalle sorelle Williams a Michael Douglas. Insomma, il Gp di Miami si è rivelato proprio come ce lo attendevamo: una gran cafonata. Anche il circuito “cittadino” ha francamente deluso, con curve e chicane strozzate e strette, vie di fuga manco a pagarle, piloti a muro come se piovesse durante tutto il weekend di gara. Ma c’era realmente tutta questa necessità di fare sosta in Florida e aprire questo ulteriore capitolo nel grande libro della Formula 1? Questi tracciati “nuovi” non reggono minimamente il paragone con templi della velocità come Monza, Nurburgring, Montecarlo, Estoril, Suzuka, Silverstone o Spa-Francorchamps. Se si tratta di affari siamo d’accordo, ma allora diciamo addio alla poesia che accompagna questo sport e becchiamoci senza ritegno tutto il kitch che Miami ci ha regalato, senza risparmiarsi, questa domenica.
AGGIORNAMENTI PER LA FERRARI A BARCELLONA
La Ferrari deve assolutamente aggiornare la monoposto. Il gap che sembrava aver guadagnato la rossa sui rivali ad inizio stagione pare essersi ormai del tutto annullato. Per la prossima gara, in Spagna, sono infatti previsti corposi aggiornamenti al fondo, all’aerodinamica, alle sospensioni, con l’aspettativa di guadagnare circa 2 decimi al giro. E’ giusto tenere d’occhio il Budget Cap, che limita le spese delle scuderie in corso di stagione, ma adesso serva una risposta decisiva. Mattia Binotto lo sa, la Ferrari lo sa. Let’s go, come on!