Che vi sia la crisi, in tutti i settori, non v’è dubbio. Abbiamo già parlato della chiusura delle storiche botteghe di libri, riferendoci nello specifico alla città di Napoli. E se le librerie chiudono è perché i fitti aumentano e non sono acquistati abbastanza volumi. Ne parla l’Internazionale, presentando il rapporto di Gian Arturo Ferrari, il direttore generale della Divisione libri del Gruppo Mondadori: la quota di lettori dal 2011 al 2013 è passata dal +49% al +43%, perdendo dunque un -6%, composto principalmente da uomini tra i 35 e i 44 anni. Sono le donne, i ragazzi dai 14 ai 19 anni e gli over 60 a comprare più libri e probabilmente, (soprattutto questi ultimi), poiché hanno maggior tempo libero per rilassarsi su un divano e sfogliare le pagine di un romanzo, un saggio o quel che sia. Sono l’Emilia-Romagna e le regioni a nordest quelle dove si condensa il numero più cospicuo di lettori e lettrici. [divider]Ma resta ormai una triste certezza: molto più della metà della popolazione italiana non legge, né compra testi e anche gli e-book non sono riusciti a vincere la sfida prevista, visto e considerato che la loro vendita è aumentata solo del +14%. Insomma, non si ha più tempo, voglia, energia; eppure il 60% dei lettori sono adolescenti. Ci si domanda il perché e cosa comporti questo calo; ma in realtà la battaglia è stata persa in partenza, perché, come diceva l’attore Massimo Troisi “Io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere!”[divider] Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui